“Keine Strasse”, il disco d’esordio dei Wake Up in the Cosmos, è un viaggio avventuroso attraverso le pieghe di una mente tumultuosa e ossessiva. Attraverso tracce come “When I was ten”, il protagonista rivive i ricordi dell’infanzia, mentre si imbarca in un viaggio tormentato alla ricerca di sé stesso, affrontando le proprie ossessioni e i fantasmi del passato.

Il trittico di brani “Sensual Crime” – “Berenice” – “Fruhstucken” riflette le fasi di amori compulsivi che hanno consumato il protagonista, portandolo a riflettere sulle emozioni e le cicatrici lasciate da tali esperienze. Ma è con “Keine Strasse” che il disco raggiunge il suo apice di frustrazione, trasportando l’ascoltatore in un vortice di emozioni oscure e tormentate.

L’album è un caotico labirinto di suoni e sensazioni, con repentini cambi di scenario che riflettono il turbinio di pensieri e emozioni del protagonista. Non c’è una meta definita o un percorso tracciato; è piuttosto un viaggio senza scopo preciso, ma che offre il puro piacere dell’esplorazione e della scoperta.

Come avete sviluppato la vostra passione per la musica e quali artisti ritenete abbiano maggiormente influenzato il vostro percorso artistico nel modo più profondo?

La passione musicale è intrinseca in ognuno di noi da anni ormai. Possiamo però aggiungere che adesso abbiamo uno scopo comune, una progettualità, delle regole e delle scadenze. Questo ha permesso ad ognuno di noi di esprimersi, potenziarsi e di esternare ancora di più la propria passione. Tra gli artisti che reputiamo colonne portanti a livello di ispirazione ci viene da citare: King Gizzard and the lizard wizard, Thee Oh sees, Elephant Stone, Goat, Spaceman 3, The Black Angels, Gun Club, Night Beats, DIIV, The Brian jonestown massacre ecc…

A che punto delle vostre vite avete sentito il bisogno di esprimere la vostra esperienza attraverso la musica? Qual è stata la scintilla che vi ha spinto a iniziare questo percorso?

Ci abbiamo messo un po’ a capirlo, ma alla fine è merito del tempo, dell’affidabilità delle persone, della continuità personale, del modo in cui affronti i momenti difficili. La pandemia ha dato uno smacco importante per Wake up in the cosmos, tutti noi abbiamo sempre suonato individualmente per tutto il periodo, non preoccupandoci del futuro del progetto ma del proprio bagaglio musicale, per ripartire più forti di prima. Quasi tutti gli altri progetti paralleli sono implosi per incoerenza musicale ormai percepibile degli altri componenti, in quel momento ci siamo resi conto che lo scopo e gli ideali sembravano tacitamente uguali per tutti ma poi guardando in faccia la realtà erano completamente diversi.

Noi quattro ne abbiamo parlato, siamo partiti più carichi che mai e da quando abbiamo conosciuto Renato d’amico, il nostro produttore, abbiamo avuto conferme che ci hanno motivato ancora di più.

Qual è il vostro primo ricordo tangibile legato al mondo della musica? C’è un momento specifico che ha lasciato un’impronta duratura sulla vostra percezione musicale?

Suppongo che sia una domanda da fare ad ognuno di noi singolarmente, ma provo a trovare una risposta per tutti parlando del progetto. I momenti chiave sono stati due, la partecipazione al Rock Contest, non avevamo mai provato quella sorta di ansia da competizione, per noi è stata utile per affinare i punti deboli delle performance live e da un lato anche molto motivante dal punto di vista della preparazione non avendo mai partecipato ad un contest. Il secondo il più importante, suonare ad un festival come il Lars Rock a Chiusi ed essere nella stessa locandina di artisti di fama internazionale come i Brian Jonestown Massacre, che amiamo tutti da sempre. Ma il vero focus lo mettiamo nella performance; per noi suonare in un palco di quella rilevanza e ricevere i complimenti degli addetti ai lavori, dei volontari e del pubblico, è stato emozionante, per dirne una, il giorno dopo ognuno di noi continuava a ripetere: Ad eventi del genere suonerei dal lunedì alla domenica, non penso ci sia bisogno di aggiungere altro.

Parlando del vostro ultimo album, esiste un filo conduttore che unisce le diverse tracce nella tracklist?

Il filo conduttore è il tema del viaggio, che non sappiamo dove ci porterà ma che noi continueremo ad intraprendere indipendentemente dalla meta. Ogni traccia rappresenta una tappa di questo viaggio, un racconto emotivo che ci rende inermi nei confronti degli eventi esterni, ma che ogni volta ci porta la gioia di una nuova scoperta, nuove emozioni.

C’è una canzone in particolare a cui siete profondamente legati o che ha richiesto un processo emotivo più complesso durante la sua creazione?

Sicuramente Berenice, gli accordi di questo brano ce li portiamo dietro da tempo, ma non ci ha mai convinto fino in fondo. Ci sembrava un brano fuori genere e difficile da rendere nostro, ma volevamo farlo a tutti I costi. Nel momento in cui è nata la linea vocale, inconsapevolmente il brano ha preso forma e da li è stato un susseguirsi di aggiunte stilistiche e di effetti, per compensare alla struttura pop/rock tradizionale.

Nel vostro percorso artistico, quanto considerate fondamentale la ricerca e la sperimentazione di nuove sonorità? Come questa continua esplorazione impatta il vostro approccio al processo creativo?

Oltre allo studio personale continuativo, sia tecnico che creativo, reputiamo fondamentale avere un ampio range di ascolti; non solo uno storico dei gruppi immancabile per il genere in questione, ma aprire la mente e soffermarsi ad ascoltare gruppi moderni che hanno un approccio diverso. Lasciamo per ultima la questione più importante di tutti, andare a vedere i Live di altre band, in quel momento si capiscono tante cose, idea di progetto, capacità, tipo di sperimentazione, orientamento della voce, spunti stilistici che non sempre emergono dalle registrazioni.

Ci sono anticipazioni o novità che desiderate condividere in anteprima con i nostri lettori riguardo ai vostri prossimi progetti?

Da un paio di settimane a questa parte siamo entrati a far parte di Annibale Booking, ad oggi non possiamo divulgare informazioni sulle prossime date ma seguiranno aggiornamenti in merito con tutte le date che faremo e dove. Possiamo anticipare che la maggior parte delle date saranno concentrate nel periodo autunnale.

Di seneci