Con un solido bagaglio di trent’anni di esperienza alle spalle, Joe Barbieri si avventura in un tributo affascinante e intimo alla canzone napoletana con il suo ultimo album, “VULÍO”. Questo progetto si distingue per la sua natura cameristica, con arrangiamenti focalizzati sulle corde che tessono un dialogo intenso tra la chitarra manouche di Oscar Montalbano e la DBguitar di Nico Di Battista.

L’album si snoda attraverso 16 tracce che viaggiano tra classici senza tempo e potenziali nuovi inni della tradizione napoletana. Brani come “Accarezzame” e “Dicitencello Vuje” sono reinterpretati con una freschezza che rispetta la loro storicità, mentre canzoni più recenti come “Don Salvato’” di Enzo Avitabile e “Nun Te Scurda’” degli Almamegretta vengono esplorate con un approccio che ne esalta la modernità e la rilevanza.

La presenza di un brano inedito, “Vulesse ‘O Cielo”, scritto dal cantautore, aggiunge un tocco personale e profondo all’album, chiudendo il cerchio di questo omaggio alla cultura napoletana con una voce che è al contempo rispettosa del passato e proiettata verso il futuro.

“VULÍO” non è solo un album, ma un viaggio emotivo e culturale che rafforza il legame tra l’identità napoletana e la sua espressione musicale contemporanea. Attraverso le sue melodie e le sue parole, Joe Barbieri non solo celebra la grande canzone napoletana, ma invita gli ascoltatori a riscoprirne la bellezza e la vitalità in una chiave nuova e profondamente personale.

 

 

Puoi raccontarci più dettagliatamente come hai scelto il titolo ‘VULÍO’ per l’album e quale significato particolare ha per te?

Vulío in napoletano significa desiderio, e poiché ho sempre covato questa volontà di dedicare un giorno una monografia alla canzone napoletana, la musica della mia terra, mi è sembrato pertinente scegliere questo titolo per questo album. Vulío poi ha un’assonanza con la parola volo, che ha a sua volta una relazione con il sogno, con la fantasia, con il fantasticare. E dunque ecco qui il perché di questo titolo.

Quali sono state le maggiori sfide che hai incontrato nella produzione di un album così profondamente radicato nella tradizione musicale napoletana, e come le hai superate?

Una volta superata la sindrome dell’impostore nell’affrontare un repertorio così perfetto il resto è stato tutto in discesa, anzi direi che è stato un orgasmo di gioia poter abbracciare finalmente queste meravigliose perle. Come poter baciare finalmente la persona che sempre hai più o meno segretamente amato.

C’è un brano in ‘VULÍO’ che consideri particolarmente significativo o che ti sta particolarmente a cuore? Perché?

No, lo sono tutti… dico davvero… se sei napoletano sai bene quanto queste canzoni siano come parte del tuo dna, siano i mattoni di cui è fatta la tua stessa identità. Dunque non potrei rinunciare a nessuno di loro, e di conseguenza nessuno mi appare più “fondamentale” di un altro.

Qual è il messaggio centrale che speravi di trasmettere attraverso ‘VULÍO’? C’è un filo conduttore che lega insieme le 16 canzoni?

Quello che ho cercato di raccontare fino ad ora: c’è una questione identitaria di fondo che lega tutto, che abbraccia due secoli di napoletanità e che rende questo disco come un unico, lungo discorso.
È un atto di gratitudine, di amore profondo.

Il tour di ‘VULÍO’ è iniziato con un grande successo al Teatro Van Westerhout di Mola di Bari. Qual è stata la tua sensazione nel vivere un sold out per la serata inaugurale?

Col senno del poi capisco che anche se magari non sei napoletano… se non a tutte almeno a qualcuna di queste canzoni ciascuno può legare un piccolo ricordo, un elemento del proprio vissuto. E questo mi fa ulteriormente realizzare perché si venga con piacere ad ascoltare queste meraviglie.
Alla fine dei concerti mi fermo sempre a salutare tutti, e molto spesso le persone mi raccontano di una loro esperienza, di un loro momento legato a queste canzoni. È splendido poter ascoltare questi frammenti di vissuto.

Ci saranno altri ospiti speciali nelle prossime date del tour? Se sì, puoi darci qualche anticipazione su chi si unirà a te sul palco?

Posso dire che al concerto di Napoli verranno a trovarmi Teresa De Sio, Maurizio De Giovanni ed Enzo Gragnaniello, per celebrare insieme questo incanto che la Grande Musica Napoletana è.

Di seneci