Animato da un progetto, che racchiude l’esperienza maturata in tanti anni di studio e approfondimento del proprio sentire, filtrando il mondo intorno a sé, rivisitando i canti del sud del mondo, che racchiude soprattutto la composizione di canzoni inedite imbevute di tradizione e passione, Giuseppe Cucè nasce a Catania l’8 settembre del 1972 e fin da piccolo coltiva il sogno della scrittura ma soprattutto della musica. 

In occasione dell’uscita del singolo “Dimmi cosa vuoi”, abbiamo avuto il piacere di intervistare il cantautore siciliano. 

Com’è nata la tua passione per la musica e quali sono gli artisti che hanno maggiormente influenzato il tuo percorso artistico?

Non esiste un momento ben preciso almeno che io ricordi, credo che sia stata sempre dentro di me “LA MUSICA” per quanto possa essere stata mercificata e trasformata quasi ridotta ad un logaritmo sul web, la musica è sempre stata per me un sentimento, un’espressione corporea, una sensazione visiva a volte anche olfattiva, quasi come ad includere tutti i sensi… un’immagine scaturisce suoni e suggerisce parole, un momento esatto della propria esistenza rievoca una canzone, un odore, un colore, un sentimento. Ecco per me la musica è tutto questo ma anche qualcosa che non saprò mai spiegare

Se penso ad artisti che mi hanno influenzato sono certo che potrei dirne tanti e diversi tra loro, per genere e per tempo, sicuramente Luigi Tenco e Battiato sono stati quelli che mi hanno più coinvolto e quelli che ho più amato.

Quando hai iniziato a sentire la necessità di raccontare la tua vita in musica?

Quando ho iniziato ad ascoltarmi, sentivo nascere la voglia di esprimermi, così da piccolo ho iniziato prima a dipingere, poi a danzare, nel frattempo in casa arriva una tastiera elettronica e comincio a strimpellarla. Ma solo anni dopo ho cominciato a scrivere i miei pensieri, ho iniziato a filtrare il mondo che mi circondava e a descriverlo.

Il processo è stato lungo, pieno di dubbi di perplessità e le insicurezze spesso prendevano il sopravvento. Non so se si nasce artisti o lo si diventa, non so se è un’attitudine o un talento, credo fortemente che il talento vada accompagnato dallo studio e l’abnegazione, e senza lo studio e l’esperienza il talento se così vogliamo chiamarlo resterà solo la scintilla che non accenderà mai una fiamma.

Parliamo del tuo nuovo singolo “Dimmi cosa vuoi”. Quale messaggio vuoi trasmettere e, soprattutto, qual è stata la molla che ti ha spinto a scrivere questo pezzo?

“Dimmi cosa vuoi” parla semplicemente di amore… di quando impari ad amare chi ti sta accanto nel tempo e con il tempo, superando e vincendo gli errori, quando impari ad amare i suoi difetti e li indossi come fossero la tua pelle, quando in qualche momento della propria quotidianità si può essere sconosciuti, per riconoscersi e rifare tutto da capo, come il primo giorno, quando si è causa ed effetto della propria relazione variabile.

“Dimmi cosa vuoi” fa parte di un progetto musicale che ha già visto nel 2022 la pubblicazione di due singoli “Di estate non si muore” e “La mia Dea”. Ce ne vuoi parlare.

Un progetto ambizioso, quello che racchiuderà la mia crescita artistica, la consapevolezza ma anche la mia vera essenza, musicalmente sarà un progetto volutamente ancorato al passato nella sua migliore espressione, un sound rinnovato ma anche nostalgico, soprattutto suonato veramente.

Qualche novità che vuoi condividere, in anteprima, con i nostri lettori?

Il futuro è ancora tutto da scrivere, la realizzazione del mio terzo album in studio e finalmente riprendere a suonare live nei club e nei teatri.

Di seneci