“Meglio se Baleari” delle Beabaleari si presenta come una dolce melodia capace di trasportare l’ascoltatore in un momento di serenità, un vero e proprio viaggio emotivo attraverso le sfumature di una domenica pomeriggio. Il brano dipinge un quadro vivido di un mercato cittadino che si svuota, svelando un’atmosfera pregnante di imminente pioggia.
Liberi dalle tensioni quotidiane, ci si trova catapultati in uno stato contemplativo in cui lo sguardo è finalmente libero di vagare tra dettagli trascurati. È qui che la canzone rivela la sua vera forza: nell’evidenziare la bellezza nascosta nelle piccole cose, trasformando ciò che potrebbe sembrare ordinario in qualcosa di straordinario.
La melodia avvolgente accompagna il percorso dell’ascoltatore, creando un’atmosfera intima e coinvolgente. “Meglio se Baleari” si distingue per la sua capacità di trasmettere emozioni sottili e di dare vita a un rituale di contemplazione. La poesia della vita quotidiana emerge con delicatezza, portando una nuova prospettiva sulla bellezza che ci circonda.
Parlateci del vostro processo creativo. Come avviene la collaborazione tra di voi nella creazione di un brano? Ci sono particolari ispirazioni o influenze che guidano il vostro lavoro?
Quasi sempre il processo creativo nasce da un’idea di testo di Beatrice che poi sviluppiamo insieme. Di solito studiamo, anche dal punto di vista scientifico le nozioni che naturalmente Bea esprime nell’idea del testo e spesso approfondendo l’argomento poi ci viene in mente anche altro. Musicalmente cerchiamo subito degli accordi con la chitarra ed una melodia che ci piaccia. Di sicuro abbiamo delle influenze inconsce che poi abbiamo sentito come una caratteristica dei nostri brani; ad esempio abbiamo trovato le influenze di Battisti e di progetti più contemporanei che apprezziamo, come i Metronomy.
Come gestite la pressione e le aspettative quando lavorate su un nuovo progetto?
Per fortuna questo duo nasce per gioco e per questo ha la grande qualità di non subire la pressione dei giudizi e delle aspettative. Scriviamo per noi, un po’ per esorcizzare le fatiche della vita e questo ci fa stare molto bene.
C’è un momento specifico o un’esperienza particolare che ha ispirato la creazione di “Meglio se Baleari”?
Si, l’esperienza non è stata così eccezionale, ma una domenica a porta portese, mente il mercato si stava svuotando, Beatrice ha colto dei piccoli dettagli di bellezza che le sono venuti incontro e che ha scritto. Tutte immagini che io (Diana) ho trovato molto poetiche., e che ci hanno fatto riflettere su quanto a volte le parole “banali” o le frasi di circostanza che la vita ci porta inevitabilmente a dire siano una distrazione dalla bellezza che esiste e che spesso non cogliamo.
Se poteste descrivere il vostro brano in tre parole, quali scegliereste?
Sognante, malinconico ed ironico
Ci sono aneddoti interessanti o curiosità sul processo di registrazione o sulla creazione del videoclip di “Meglio se Baleari” che vorreste condividere?
L’aneddoto più significato è quello della scelta del titolo e di utilizzare la parola Baleari.. che nasceva proprio da una storia personale tra me e Beatrice: una volta io (Diana) dissi qualcosa a Beatrice e lei rispose che dicevo delle cose banali. Io mi offesi subito e incredula le chiesi (sperando di aver capito male) che cosa avesse detto.. e lei molto abilmente rispose che dicevo delle cose Baleari.. perché ero spagnola! La cosa ci fece ridere moltissimo e da lì abbiamo scelto il nome del gruppo e poi abbiamo pensato di scrivere una canzone con questa frase.
Qual è il vostro rituale o abitudine prima di salire sul palco o entrare in studio di registrazione?
Bere una birretta
Quali sono i vostri prossimi impegni o esibizioni dal vivo che i vostri fan possono attendersi?
Per ora siamo impegnate nella produzione degli ultimi brani per fare uscire il disco in primavera. Poi porteremo in giro il nostro disco live.