Nuove penne, nuove scritture, sempre nuove cose su questo fronte. Il pop italiano si macchia di velate sfumature internazionali nei modi e lo ritroviamo spesso a contaminare i progetti emergenti. Eccoli i Laboa, formazione torinese che approda a questo “Fiumi”, nebuloso anche dentro le soluzioni in maggiore, dai contorni post-rock che traghetta l’indie italiano verso vedute americane. Solo 5 brani, un EP, ma già denso di personalità.

Esordio discografico e torna il tema ambientale. Un nodo importante per voi vero?
All’interno di “Fiumi”, il nostro primo EP, la natura è un tema centrale. La scelta è quasi inconsapevole: fa parte di noi. Abbiamo avuto la fortuna di vivere poco fuori dalla città e di poter stare molto in mezzo al verde e anche all’interno dei nostri brani ci sono spesso immagini e temi di questo tipo.

Perché “Gaia”? Chi è Gaia?
“Gaia” è un brano a cui siamo particolarmente affezionati, al primo ascolto sembra parlare di una storia d’amore come tante, in realtà parla del rapporto dell’Uomo con Gaia, la Madre Terra. Intorno a noi non tutti sono ancora consapevoli di star vivendo una crisi ambientale: Gaia è il nostro modo per dire che quella sfida si può vincere solo tornando ad amare la Terra.

Essere indipendenti significa anche una totale produzione propria… e per voi che cosa significa?
Abbiamo iniziato il nostro percorso da indipendenti circa 10 anni fa, con un altro progetto, abbiamo imparato a scrivere canzoni, a registrarle, mixarle e promuoverle. Per questo EP abbiamo lavorato insieme ad Enrico Dadone ed Edoardo Campia che hanno curato la produzione e il mixaggio dei nostri brani.

Che poi da indipendenti si finisce sempre dentro i contenitori di tutti… e qui mi riferisco alla rete. Che rapporto avete con questo concetto? Non siete di quelli che all’indipendenza restituiscono anche ribellione del sistema?
Siamo onestamente lontani dall’essere dei ribelli. In questi ultimi anni, dal covid in poi, abbiamo costruito il nostro contenitore raccontando il nostro percorso artistico con un video a settimana sul nostro canale YouTube. Nei nostri video, ad oggi circa 180, cerchiamo di far appassionare le persone al nostro percorso, di raccontare gioie e dolori di essere un gruppo.

Origini e radici artistiche: manca poco a questo disco per essere assai americano. Cosa ne pensate?
Non ci interroghiamo troppo su come sono o saranno etichettate le nostre canzoni, semplicemente perché non vogliamo porci limiti nella scrittura. I nostri ascolti internazionali sono sicuramente di matrice americana: Foo Fighters, Kings of Leon, Killers e tanti altri sono stati per anni tra i nostri punti di riferimento, ma sono stati più importanti gli ascolti italiani, qui possiamo citare Ministri, Fast Animals and Slow Kids, Zen Circus, ma anche Colapesce, ComaCose, Calcutta, Franco126, Bianco, Brunori.