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di Ester Campese

Il “Dul-tson –kyil- khor” ovvero il Mandala è un’antica usanza dei monaci tibetani, che vivono sull’Himalaya. Una tradizione tramandata di generazione in generazione. Il termine in sanscrito rimanda a un oggetto, anche sacro, di “forma rotonda”, o un “disco” riferito al sole o alla luna. La forma geometrica, nella cultura tibetana, rappresenta il mondo, il cosmo, l’intero universo.  

Il termine Mandala deriva da due parole. La prima “maṇḍa” in sanscrito indicare la parte schiumosa del riso bollito, la seconda la più densa nel ghrta (una sorta di burro chiarificato). La parola “la” si riferisce invece all’atto di “tagliare”, di “separare” la schiuma dal riso. L’etimologia della parola dunque ci richiama all’ordinamento degli spazi sacri atti al sacrificio.

I mandala nella loro simbologia indicano il trasferimento di un’energia che viene traendola dall’Universo. Questa trasforma le vibrazioni negative in positive, e purifica e permea il luogo in cui sono eseguiti. In passato i Mandala sono stati realizzati con pietre preziose, oggi invece con sabbie e piccoli sassolini bianchi che vengono triturati e poi dipinti. La tecnica di pittura dei sassolini avviene con l’ausilio di piccole cannucce, imbuti e con le proprie dita. I granelli di sabbia colorata sono in questo modo incanalati nei punti necessari per seguire il disegno da realizzare. I Mandala sono molto complessi da fare, ma donano calma e serenità in chi li esegue. “Colorare” un mandala porta con se una sensazione di pace ed equilibrio con se stessi ed il mondo circostante.

Ogni colore ha un preciso significato. Il rosso è il colore del coraggio e dell’intraprendenza, il bianco dell’intuizione e del divino, il giallo dell’intelletto, l’intelligenza e la saggezza. Il nero si usa per indicare la necessità di riflessione, l’azzurro il potere dei sogni e dell’immaginazione. Il verde rimanda ai germogli che fioriscono in noi, mentre l’arancione all’allegria, la spensieratezza e la soddisfazione. Il viola riporta all’armonia tra il ludico e il trascendentale, il marrone alla fertilità della vita.

Attraverso questa pratica, ogni volta che si colora e si crea un mandala, si può manifestare in qualche modo anche il proprio mondo interiore. Con la sabbia che pian piano scorre tra le dita si crea il disegno desiderato. Per realizzarne un Mandala sono necessarie diverse settimane. Alla fine tutti i mandala vengono disfatti in pochi minuti. Ciò a ricordare la caducità della vita e che non ci si deve mai attaccare troppo alle cose materiali. Questo gesto vuole anche simboleggiare la forza della distruzione e quello della rinascita.