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“Re-coding”, la media-art ci fa scoprire i nuovi strumenti dell’arte contemporanea

La mostra “Re-coding” di Quayola, dal 29 settembre presso Palazzo Cipolla, in via del Corso a Roma, sta per chiudere i battenti. Grazie ad una proroga, ci sono ancora una manciata di giorni per approfittare di un evento molto speciale.

Vengono esposte opere realizzate tra il 2007 e il 2021, nella quali la sua personale visione pone come punto di partenza l’arte classica, ma lascia il passo alla “trasfigurazione computazionale”. Un modo di evolvere modelli ormai consacrati, pietre miliari della storia dell’arte, in un approccio innovativo e dirompente.

Già dalla prima sala si rimane ipnotizzati dal video riprodotto sul soffito, dove appare la volta della Chiesa del Gesù, a Roma. Il dipinto di Giovan Battista Gaulli ruota continuamente, mentre si sovrappongono oggetti geometrici colorati.

Nella stessa sala giganteggia la riproduzione del Laocoonte in resina e polvere di marmo. Il corpo è inglobato nella materia grezza nel tentativo di fuggire e svincolarsi. Il tutto è stato riprodotto a strati successivi con l’ausilio di macchinari e sotto la guida di algoritmi. Cubismo, Futurismo o Intelligenza Artificiale?
L’utilizzo dei sistemi di robotica, dell’Intelligenza Artificiale e di software generativi permettono a Quayola di trasformare dipinti rinascimentali e del barocco in complesse composizioni digitali.
Nella parte finale della mostra l’artista si concentra sulla rappresentazione della natura nel mondo digitale. Osservando i paesaggi si rimane rapiti di fronte al movimento delle fronde degli alberi, dell’erba e al disporsi delle tonalità cromatiche sul video come fosse una tela.

Videoproiezioni, sculture e stampe ad altissima definizione mostrano ai visitatori le grandi potenzialità artistiche dei mezzi tecnologici al momento a disposizione. Inoltre, come l’autore stesso afferma, permettono di allontanarsi dall’idea di rappresentazione per concentrarsi sul processo.

Di certo un modo originale e nuovo per tentare di comprendere questa nostra società contemporanea