Incontriamo Dino Cassone, giornalista e scrittore che ci racconta del suo “Aperitivo Fatale”.

di Ester Campese

Dino Cassone, giornalista pubblicista, collabora con alcune testate online ed è addetto stampa di varie case editrici pugliesi. Con Les Flâneurs Edizioni ha già pubblicato La bugiarda (2016), Sorrisi e veleni (2018) e Un gelato buono da morire (2018). E’ stato presidente di Noi Associazione Antimafia ODV, nata a Ostia per sostenere Federica Angeli, la giornalista della Repubblica sotto scorta dal 2013. Ma Dino Cassone è molto di più. E’ una persona gradevolissima per chi lo conosce, ma anche molto seria e professionale. Un ordine, una pulizia di intenti e di stile che lo distinguono prima di tutto umanamente. Tutto ciò si riflette anche in quello che fa e che scrive.

Partiamo dall’inizio, desideravi fare lo scrittore da bimbo?

Probabilmente si, visto che a cinque anni già riempivo quaderni e quaderni di pensierini…

Sei alla tua settima pubblicazione, a quale sei più legato e perché?

Senz’altro a “La bugiarda”, il primo dei romanzi pubblicati con la casa editrice di Alessio Rega, Les Flaneurs Edizioni. Perché ha segnato il primo vero grande passo come “autore” nel mondo dell’editoria e perché tratta di una storia in parte vera a cui sono molto legato. Il destino aveva già deciso che sarei stato proprio io a raccontarla, e il destino proprio in questi giorni ha voluto che i diritti fossero acquisiti da una casa editrice spagnola. “La bugiarda” sarà tradotto e pubblicato in Spagna. Che chiedere di più? (Nda… Adesso quelli di Rosicano mi ammazzano…)

L’ultimo “Aperitivo Fatale” è un giallo, sono gialli anche le tue precedenti opere?

Mi piace sperimentare generi diversi, sono passato dal thriller-horror alla narrativa classica. “Aperitivo fatale” è il secondo giallo (o meglio commedia gialla), seguito ideale di “Un gelato buono da morire”, ambientati nel paese inventato di Rosicano.

Quanto è importate saper scrivere con un certo ritmo, in modo da avvincere lo scrittore?

Fondamentale direi. Nei gialli il segreto è tutto lì, catturare il lettore nelle spire della trama e confonderlo, stuzzicarlo, sfidarlo, fino all’ultima pagina. Chi ci riesce è davvero un grande scrittore. Per quanto mi riguarda, io ce la metto tutta.

La trama dei tuoi libri si sviluppa man mano mentre scrivi o hai già tutto chiaro fin dall’inizio?

Le mie storie partono da un’idea precisa che di solito è l’incipit (una sola volta sono partito dalla fine…). Man mano che scrivo la trama si sviluppa e prende strade non previste, nascono personaggi nuovi, alcuni muoiono. La bellezza dello scrivere per me è anche questo: partire e viaggiare con “gente nuova” in “posti nuovi”

In questo ultimo tuo lavoro cosa ci si deve attendere?

Spero che “Aperitivo fatale” possa regalare ore spensierate e allo stesso tempo far riflettere su quanto la libertà di espressione e di essere se stessi sia bellissimo. E poi, ricordarsi sempre, quasi come fosse un karma: nulla è mai come sembra.

Qualcosa di te come persona, non sei solo scrittore, ma come dicevamo nell’introduzione, tra i vari impegni hai affrontato anche il sociale. Quanto conta contribuire alla collettività portando tanti bei valori? 

L’esperienza con l’Associazione NOI, da poco conclusasi in qualità di presidente, è stata gratificante. Per questo dico ancora grazie alla mia amica Federica Angeli per la bella opportunità che mi ha dato. Contribuire, in minima parte, a trasmettere valori assoluti come l’educazione alla legalità e alla sua bellezza, per me è stato importante. Dovrebbe esserlo per tutti.

Prossime tappe? Altro in corso di pubblicazione?

Ci si rivede quest’autunno con un nuovo romanzo, di cui non svelo nulla (ebbene sì sono scaramantico, esce il 22/11/22…). Ci ho messo tre anni per scriverlo e spero che mi regali altre belle emozioni e soddisfazioni.