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Drusilla Foer, definita, icona di stile, fashion icon, mattatrice dell’ultimo Festival di San Remo, ma chi è veramente?

di Riccardo Bramante
Balzata alla ribalta dell’interesse nazionale con l’apparizione al Festival di San Remo, Drusilla Foer (alter ego di Gianluca Gori) ha colpito l’immaginazione del pubblico. Sarà anche per quella sua aria di mistero e ambiguità che appare in tutte le sue manifestazioni.

“Qualcuno mi definisce un’icona di stile, altri dicono che sia una fashion icon, figuriamoci!”, dice di sé stessa. Ma nello stesso tempo non lascia trasparire il suo vero io. L’unica cosa certa (forse) è che è nata a Siena in un anno imprecisato. Ha vissuto da giovane a Cuba e in molti altri luoghi. Si è sposata la prima volta con un texano “orrido” ma ricco e sexy. Si è poi sposata una seconda volta con il suo vero amore, il belga Hervé Foer, di cui ha conservato il cognome.

Qualche cosa di più si scopre leggendo questo suo primo libro “Tu non conosci la vergogna”, anche se inizialmente sembra descriversi attraverso quello che non è. “Non sono competitiva specie in amore”, “ non sono la nobildonna fiorentina amica delle celebrità e regina dei salotti internazionali…. di cui l’unica cosa che apprezzo sono i divani”, “non sono la regina del bon ton”, a cui preferisce il “bon sens”, “non sono classista” e questo è decisamente vero!

Allora, è soprattutto attraverso il racconto della vita dei suoi familiari che possiamo capire qualche cosa di più. Ad esempio, dalla nonna materna, ufficialmente ai bagni termali con le amiche. Dopo mesi di assenza e ricerche, si scopre essere tra le vittime del naufragio del Titanic. O dalla nonna paterna Filangera (Gera per i famigliari), nobile napoletana che tratta con accondiscendente dimestichezza divi famosi dell’epoca come Totò, Tyrone Power e Tina Turner. Quella stessa nonna che, redarguita da un prete per essere entrata in chiesa alquanto scollata, dice a Drusilla che la accompagna “brava, tu non conosci vergogna”. La nipote infatti ha risposto subito al prete che lo stesso padrone di casa, Gesù crocifisso, non sembrava avere problemi con la nudità. Elogio talmente rimasto impresso nella memoria di Drusilla da farne il titolo del libro.

E’, dunque, attraverso una narrazione degna del Pirandello di “Uno, nessuno e centomila” che Drusilla ci svela il suo io più profondo. Sono gli episodi e le storie della sua famiglia e di se stessa che, nell’insieme, vengono a comporre una figura complessa in cui eleganza ( eleganzissima, direbbe lei), un pizzico di snobismo e tanta personalità contribuiscono a farne una attrice a tutto tondo.

E ora anche una piacevole scrittrice, con un modo di presentarsi scorrevole e godibile anche in quei capitoli in cui indulge in ricerche psicologiche personali ma mai autoincensanti, dove, anzi, l’autoironia la fa da padrona.

Un libro veramente da leggere se si vuole imparare ad essere una vera signora!