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Torna in scena, a grande richiesta, dal 20 al 23 dicembre al Teatro de’ ServiGREGORY: UNA STORIA DI FAMIGLIA, spettacolo scritto da Veronica Liberale e diretto da Nicola Pistoia che tratteggia con toni leggeri e senza pietismo una sindrome difficile vissuta in famiglia.

Roma, 1999 – La vita della famiglia Puracchio viene felicemente sconvolta dall’arrivo di un bambino: la fidanzata di Adriano, figlio di Maurizio, proprietario di una ferramenta, aspetta un bambino. Il lieto evento viene accolto con entusiasmo da tutti i suoi componenti, compresa nonna Luciana e zia Fiorella.

Nella vecchia casa familiare, all’interno di un quartiere popolare, che è un po’ come un paese, l’intera famiglia trascorre la propria vita fatta di tensioni sopite, sogni accantonati, paure nascoste, in nome di un’ esistenza normale e dignitosa.

Il piccolo Francesco, figlio di Adriano e Tamara, nato all’inizio del nuovo secolo, viene salutato come il bambino del futuro, colui al quale ciascun membro della famiglia cercherà di trasmettere qualcosa: Nonno Maurizio la sua ferramenta, Papà Adriano la sua passione per il calcio, zia Fiorella la sua visione del modo,

Nonna Luciana i suoi ricordi di gioventù (legati a un vecchio poster di Gregory Peck che incombe sulla scena) e soprattutto i sogni più belli di mamma Tamara. Le aspettative sembrano infrangersi con la scoperta graduale che il nuovo arrivato sembra comportarsi in modo strano, quasi incomprensibile e poi con la consapevolezza della sua diversità.

Di fronte a un evento così destabilizzante il castello di carte costruito dalla famiglia negli anni è costretto a cadere, ciascuno è chiamato a mettersi in discussione, a morire dentro per poi rinascere più forte e migliore di prima.


“Gregory: storia di una famiglia” è uno spettacolo che, sullo sfondo di una società che sta cambiando il suo modo di comunicare, con l’avvento di internet e dei social, ci accompagna con toni leggeri, rifuggendo da qualsiasi forma di pietismo, nelle fasi della scoperta di un figlio diverso, autistico con le sue caratteristiche e il suo modo tutto speciale di relazionarsi.

Una commedia umana che dà la sua visione e il suo piccolo contributo nella descrizione di una sindrome difficile da comprendere e da descrivere. Una storia che cambia e travolge la vita dei protagonisti, le cui vicende, raccontate sempre con sorriso e ironia, ci portano a riflettere su una società molto spesso non inclusiva e sull’inconsistenza e la vacuità, che si cela dietro il concetto di normalità.