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Dal 15 al 18 dicembre ore 21 al Teatro Belli di Roma

THE DUCKS
di Michael McLean
regia Silvio Peroni
con Marco Vergani e Giuseppe Benvegna
traduzione Natalia di Giammarco
produzione Khora Teatro

“R” e “K” sono due lavoratori occasionali con il compito di prosciugare uno stagno di anatre in un parco pubblico. Durante questa obbligata convivenza nasce qualcosa che potrebbe diventare un’amicizia. Ma i rapporti interpersonali non sono sempre semplici. In ogni relazione c’è una forma di dipendenza, anche nell’amicizia, e non è certo semplice accettarla, anzi spesso la si rifiuta o si instaura con l’altro una lotta di potere. Chi dipende da chi, chi può fare a meno dell’altro? The Ducks è un brillante studio sulla solitudine e sulla mascolinità contrastata.

“K” sembra un po’ strano, ma “R” fa uno sforzo e lo convince ad andare a bere una birra. “K” non beve. Col passare del tempo “K” uscirà gradualmente dal suo guscio, finché non chiederà a “R” di andare ad ascoltare un suo DJ set. “R” va ma non apprezza la serata anzi la definisce “musica per matti” e lo dice in faccia a “K” senza troppi problemi. La relazione comincia a cambiare fino a quando durante il loro ultimo giorno di lavoro “K” invita “R” a casa sua (vive con sua madre). Questo è un po’ troppo per “R”: la birra al pub è una cosa, va bene, ma invitare un uomo adulto a casa propria è un po’ troppo. Passa del tempo e i due si incontrano nuovamente o meglio è “R” che si presenta alla porta di “K”. “K” ora ha un lavoro fisso come tester di videogiochi e la sua vita sembra che stia andando piuttosto bene, mentre il padre di “R” è appena morto e la sua vita sta andando a pezzi. Rinfaccia a “K” la loro vecchia “amicizia” e inizia a sfruttarlo per dei favori personali. Quella che era iniziata come una relazione piuttosto blanda e innocua tra due uomini con poco in comune, a parte la solitudine, diventa un oscuro confronto personale per il potere e il sopravvento.

Michael McLean alterna sapientemente l’oscura lotta per il controllo della relazione e le assurdità generali della vita. “R” e “K” sono consapevoli delle assurdità che affiorano nelle loro vite, in effetti è proprio questa battaglia per raggiungere la normalità e liberare le loro vite dalle complicazioni che rende il testo divertente e toccante.

Note di regia

The Ducks inizia come una relazione piuttosto blanda e innocua tra due uomini con poco in comune, a parte la solitudine. Presto, la relazione diventa un oscuro confronto personale per il potere e il sopravvento. Ma quando un individuo sovrasta, l’altro subisce fino a perdere la propria identità e indipendenza.  Qua si parla di amicizia, eppure è un ritornello che richiama ad ognuno qualcosa di personale, un trauma un condizionamento, un automatismo che viviamo quotidianamente e che – certo ci piacerebbe poter affermare che lo riconosciamo negli altri e al quale assistiamo come spettatori ma che in realtà non ci ha mai coinvolto –  sfortunatamente include in un modo o nell’altro tutti.  Michael McLean alterna intelligentemente l’oscura lotta per il controllo della relazione e le assurdità generali della vita. “R” e “K” sono consapevoli delle assurdità che affiorano nelle loro vite, e, alla fine, è proprio questa battaglia per raggiungere la normalità e liberare le loro vite dalle complicazioni che rende il testo divertente e toccante.