Una carrellata dei film italiani in concorso alla Berlinale, il Festival del Cinema di Berlino giunto alla 72° edizione.

di Riccardo Bramante

Dal 10 al 16 febbraio prossimo, in edizione dalla durata ridotta ma in presenza, si terrà la 72° edizione del Festival del Cinema di Berlino (Berlinale). L’apertura è prevista con la proiezione del film “Peter von Kant” di Francois Ozon. Tale scelta perché l’interprete principale è Isabelle Adjani, nel remake de “Le lacrime amare” di Rainer Werner Fassbinder.

L’unico film italiano in concorso per il premio più ambito, l’Orso d’oro, sarà “ Leonora addio” di Paolo Taviani. Racconta la storia grottesca del viaggio dell’urna contenente le ceneri di Luigi Pirandello da Roma ad Agrigento, ben 15 anni dopo la sua morte; italiana è anche la colonna sonora del film realizzata da Nicola Piovani.

Lo stesso Paolo Taviani racconta il suo film come “uscito dalla penna stessa di Pirandello, in cui il paradosso e il ridicolo scivolano nell’assurdo”.

Altro grande maestro del cinema italiano presente sarà Dario Argento. Nella sezione “Special Gala” porta il thriller “Occhiali neri”. Nel film accanto alla figlia, Asia Argento, recita Ilenia Pastorelli nelle vesti di una giovane escort. Questa per sfuggire a un serial killer, è vittima di un incidente in cui perde la vista. Da quel momento i suoi occhi saranno quelli di un giovane cinese, l’esordiente Xinyu Zhang.

Più nutrita è la rappresentanza italiana nella sezione “Panorama” in cui sarà presente con tre lavori.

Il primo ha il curioso titolo “Calcinculo”, ispirato alle giostre a seggiolino dei luna park. Racconta la storia di una adolescente sovrappeso, Benedetta, interpretata da Gaia Di Pietro. Lei incontra Armando/Amanda, un transessuale che la porta nel suo mondo sregolato e randagio.

L’altro film in concorso è “Una femmina”, di Francesco Costabile. Liberamente ispirato al libro di Lirio Abbate “Fimmine ribelli”. Al centro della narrazione c’è un tema molto attuale, quello della violenza sul corpo delle donne, soprattutto quando queste si oppongono addirittura alla ‘ndrangheta.

Il terzo lavoro è “Nel mio nome”, di Niccolò Bassetti, documentario sulla transizione sessuale e la conquista della propria nuova identità di genere da parte di quattro personaggi.

Sempre per rimanere nell’ambito italiano, sarà anche proiettata la versione restaurata di “Mamma Roma” di Pier Paolo Pasolini. Nell’anno del centenario della sua nascita e “Le variabili dipendenti”, saggio di diploma alla Scuola Nazionale di Cinema di Lorenzo Tardella.