L’architettura, come disciplina, fece la sua apparizione alla Biennale d’Arte di Venezia nel 1975, come ampliamento ed integrazione delle Arti Visive.

Il grande (e crescente) interesse che ne derivò, fece sì che nel 1980 nascesse la prima Mostra Internazionale di Architettura della Biennale. Allora ne fu direttore Paolo Portoghesi. Successivamente, celebri architetti e teorici del settore si sono alternati alla direzione della Mostra Internazionale, realizzando una notevole ascesa della Biennale Architettura fino a renderla una delle esposizioni del settore più importanti e di lustro a livello internazionale. A tutt’oggi essa rappresenta un prestigioso punto di riferimento per esperti e appassionati.

Quest’anno la Biennale d’Architettura vede come direttrice Lesley Lokko, architetto, docente di architettura, scrittrice, nonché fondatrice e direttrice dell’African Futures Institute, in Ghana. Nata in Scozia ma con cittadinanza ghanese, Lesley Lokko ha voluto dare alla “sua” Biennale la parola chiave di “cambiamento”.

The Laboratory of the Future resterà aperta dal 20 maggio al 26 novembre 2023, e si svolgerà all’interno dei consueti luoghi di Venezia. Quest’anno affronterà i giganteschi temi della decolonizzazione e decarbonizzazione. Il focus sarà puntato come non mai sul continente africano e il drammatico problema del suo abbandono da parte della popolazione natìa.

Una Biennale che porterà sul tavolo, finalmente, importanti contributi di Paesi che fino ad ora non hanno mai avuto voce. Questa mancanza ha reso fino ad oggi la storia dell’Architettura incompleta e di parte. Le mostre internazionali, come afferma la Lokko, hanno anche il compito di colmare questa grave lacuna. Per tale motivo quest’anno le partecipazioni nazionali saranno 63 (di cui 27 nei Padiglioni ai Giardini, 22 all’Arsenale e 14 nel centro storico di Venezia).

Si avrà il debutto dei Paesi Niger e Panama e, dopo la breve apparizione nel 2018, tornerà anche la Santa Sede, la cui mostra sarà allestita all’Isola di San Giorgio Maggiore, all’interno del Monastero benedettino e nei Giardini dell’Abbazia. Il tema dell’esposizione sarà quello dell’amicizia sociale, particolarmente caro a Papa Francesco. Con la sua partecipazione, la Chiesa manifesta dichiaratamente l’imprescindibile esigenza di porsi vicino – non soltanto all’Architettura – ma anche agli artisti di tutte le arti.

Estremamente interessante ed innovativa l’edizione di quest’anno, quindi, tale da attirare sicuramente (e come non mai) una rilevante affluenza di pubblico. Prepariamoci!

 

Di Rima