Civitavecchia una città di mare gemellata con il Paese del Sol Levante

Se vi apprestate ad entrare dalla porta Livorno, principale punto di accesso alla città di Civitavecchia giungendo per mare, troverete una statua di un giapponese. Cosa lega il porto del litorale laziale con il Giappone? Un re, un sindaco, un eroe della città? Niente di tutto questo, anche se la sua impresa ha caratteristiche epiche per i tempi nei quali è avvenuta.

Si tratta della statua del samurai Hasekura Tsunenaga (1571-1622), diplomatico giapponese del XVII secolo al servizio di Date Masamune, daimyo di Sendai. Nel 1615 è giunto in Italia, sbarcando a Civitavecchia dopo 2 anni di viaggio. Veniva dal Giappone per incontrare il papa Paolo V. Nella città portuale rimase per due settimane destando stupore e stringendo amicizia con la popolazione. Dal 1971 Civitavecchia è gemellata con la città giapponese di Ishinomaki dalla quale era partito nel 1613 il samurai giapponese. Dal 1991 la sua statua accoglie i passanti in corso Marconi, proprio in prossimità di porta Livorno.

Ma torniamo indietro di qualche anno. I primi Europei a giungere in Giappone furono i Portoghesi, che arrivarono sulle sue coste attorno al 1542 a bordo di un bastimento cinese, che una tempesta aveva spinto verso l’isola di Kyushu. I portoghesi introdussero nel Paese del Sol Levante la prima arma da fuoco, l’archibugio, che sconvolgeva i rapporti di forza a scapito dei samurai.

Nel 1549 il gesuita San Francesco Saverio partì dall’Italia per convertire al cristianesimo la popolazione del Giappone. Molti furono i fedeli convertiti e il loro punto di riferimento diventò la città di Nagasaki. Un primo stop venne però con il decreto di espulsione dei gesuiti, ma con l’arrivo dei francescani nel 1593 la reazione dello shogun fu più forte e culminò nella repressione e nel martirio, tramite la crocifissione di 26 cristiani il 5 febbraio 1597.

Nel 1613 venne affidato ad Hasekura il compito di negoziare un trattato commerciale con gli Spagnoli. Egli si recò in Messico accompagnato dal frate francescano spagnolo Luis Sotelo, ma non fu sufficiente. Per la firma era necessario negoziare con il re in Spagna. Anche quel viaggio non permise di raggiungere il desiderato obiettivo. Si doveva chiedere al pontefice di dare un placet al trattato e anche compiere un gesto riparatorio rispetto alla strage dei “martiri giapponesi” del 1597.

Il papa ricevette il samurai nella sua residenza nel Palazzo del Quirinale, dove nella Sala dei Corazzieri si può ancora vedere il ritratto di Hasekura Tsunenaga in una delle logge dedicate alle ambascerie che giunsero nello Stato Pontificio. Hasekura consegnò al pontefice una preziosa lettera decorata d’oro nella quale si chiedeva di aprire un trattato commerciale tra Giappone e Messico, oltre all’invio di missionari cristiani in Giappone. Il samurai riuscì a tornare in Giappone nel 1620 ripercorrendo le tappe dell’itinerario dell’andata. Durante il viaggio si convertì al cristianesimo e fu rinominato Felipe Francisco Hasekura. La sua missione non ebbe l’esito sperato, perché il paese del Sol Levante nel frattempo si era richiuso di nuovo in se stesso in un isolamento che durò altri 200 anni.

Del viaggio e delle abitudini dei Giapponesi rimane traccia nelle varie soste. In Francia viene notato che gli stranieri “Non toccano mai il cibo con le mani, ma usano due sottili bacchette che tengono con tre dita”, “Si soffiano il naso in soffici fogli setosi, che non usano mai due volte, e che quindi buttano per terra dopo l’uso, che le persone attorno a loro si precipitavano a raccogliere”, “Le loro spade tagliano così bene che possono tagliare un sottile foglio di carta appoggiandovelo sul bordo e soffiandoci sopra”.

A Civitavecchia un’altra tappa che ricorda le vicende giapponesi è costituita dalla Chiesa dei SS. Martiri Giapponesi, ricostruita nel dopoguerra e affrescata tra il 1951 e il 1954 dal pittore giapponese Lucas Hasegawa, come omaggio alla città di Civitavecchia. Spicca sull’altare la raffigurazione della Vergine con indosso un kimono.

In tutta la chiesa ci sono le raffigurazioni del martirio con le crocifissioni e anche un affresco raffigurante Hasekura Tsunenaga.

Hasekura vi aspetta a Civitavecchia, vi invito ad imboccare l’Aurelia e andarlo a scoprire.