Ne stanno parlando praticamente tutti. Chi con dovizia di particolari, chi analizzando i dati, chi semplicemente per sentito dire. Stiamo parlando dell’errore del secondo portiere dell’Inter, Ionuț Radu, nella partita contro il Bologna. Uno svarione che è costato la partita ai nerazzurri e che potrebbe significare, addirittura, la perdita dello Scudetto.

Ionuț Radu, 24 anni. Dal 2015 fa parte dell’Inter, è stato in prestito con Parma e Genoa

Tanti lo hanno messo alla gogna. E lo hanno fatto decisamente troppo. Tanti lo hanno perdonato, addirittura non incolpato. Ed anche qui lo hanno fanno decisamente troppo. È il mondo di oggi, esiste solo bianco o nero (in questo caso non calcistico). Evidentemente la moda delle sfumature di grigio si è fermata con Christian Grey. A questo mondo ci siamo abituati, ma come i samurai giapponesi, continuiamo a condurre una battaglia fatta solo di carta.

Ma di cosa stiamo parlando? Della costruzione dal basso. Uno dei mille neologismi calcistici di questi anni, che, come avviene in politica, serve per spiegare velocemente un concetto che richiederebbe qualche minuto. Recovery fund, spread, Brexit, cluster: quanti ne abbiamo sentiti in questi anni di termini diventati alla portata di tutti? Davvero tanti. Ma perché il calcio moderno vive sulla costruzione dal basso? Per vari motivi.

Stefano Tacconi, 64 anni. E’ stato il portiere della Juventus dal 1983 al 1992.

Nel 1992 viene vietato al portiere di raccogliere la palla con le mani su retropassaggio, così togliere tempi morti al gioco. Giustissimo, anche se qualche portiere non fu contento di questo. Per esempio Stefano Tacconi, che in questi giorni sta vivendo una grandissima battaglia, che speriamo possa vincere. Ma è nel 2019 che succede qualcosa di epocale. Viene consentito al portiere di poter battere la rimessa dal fondo servendo un compagno di squadra direttamente nella propria area di rigore. Una regola di cui si parlò poco o nulla, quando venne introdotta.

Lo posso testimoniare, perché alle prime volte in cui andai a vedere delle partite con la nuova regola, il pubblico protestava quando il portiere batteva nella propria area. Ma perché la costruzione del basso è importante? Giocando subito la palla nei primi metri, gli avversari sono indotti a venire a pressare, per cui si liberano spazi in avanti e non si consente alla difesa avversaria di difendere in maniera schierata.

Detto in parole povere: ci vogliamo sbrigare a fare gol, costi quel che costi. E poi si evitano le parate militari di certe difese davanti alla propria porta. A certi difensori manca solo lo scudo della celere per evitare di prendere gol. Giungiamo al momento cardine del pezzo. Ma la costruzione dal basso ci piace o no? È realmente utile? Non vogliamo fare il gioco della botte piena e della moglie ubriaca, ma non esiste una risposta.

Il tuo portiere è abile a giocare con i piedi? I difensori sono capaci di andare “uno contro uno” o saper correre dietro gli avversari se perdi palla? La trama di gioco è più veloce? Allora utilizzala, perché dire no? Ma se il portiere non è sicuro e ogni volta rischia la frittata, perché provare il brivido. Che poi, detto tra noi, il portiere servirebbe per parare i tiri degli avversari, magari ce lo siamo dimenticati. Quindi via libera ai vari Neuer, Ter Stegen, Alisson, Pau Lopez e compagnia cantante. Mostrateci le vostre qualità, sempre senza fare danni.

Carlo Ancelotti, 62 anni, mentre viene portato in cielo dopo aver vinto il campionato spagnolo con il Real Madrid sabato scorso.

Ed ai portieri che non amano questa specialità, dico di lanciare palloni ardenti a 70 metri senza pietà. Ciò che viene in mente, sicuramente, è che il calcio italiano vive di mode e di non tanto floridi tentativi di imitazione. Il passato lo dimostra. Ancelotti crea lo schema ad albero di Natale (4-3-2-1) e tanti iniziano a farlo. Spalletti inventa Totti falso nueve ed Italia iniziano a spadroneggiare, anche per il dominio mondiale del Barcellona di Guardiola, che lo utilizzava praticamente sempre.

Conte idea il 3-5-2 e in tanti utilizzano lo stesso schieramento, anche se non con le stesse intenzioni dell’allenatore ex Inter e Juventus, che voleva due esterni soprattutto d’attacco e non che creassero, di fatto, una difesa a cinque.

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