Ebbene sì, oggi parliamo di calcio. Ci abbiamo girato intorno, siamo entrati in alcuni meandri con Amedeo Goria, ma ora ci focalizziamo su due personaggi italiani carissimi al mondo Milan. Stiamo parlando dei due rovesci della medaglia dell’ultimo turno di Champions League: Carlo Ancelotti e Gianluigi, altrimenti detto Gigio, Donnarumma. Solo 20 giorni fa qualcuno dava sulla graticola il mister di Reggiolo. Questo dopo la sconfitta dell’andata al Parco dei Principi contro il Paris Saint Germain. È bastata la serata del Bernabeu a dargli un connotato tutto diverso.

Carlo Ancelotti, 62 anni, in compagnia di Luka Modric, centrocampista del Real Madrid, vincitore del Pallone d’Oro nel 2018.

Così come accaduto per Kylian Mbappe: meravigliosa la sua doppietta, ma ora chi se lo ricorda dopo il tonfo parigino? È la vecchia storia dei perdenti di successo e lo sa bene il popolare Carletto, per troppo tempo marchiato da questa etichetta. La risposta potrebbe arrivare facilmente: “e ti credo che vince, ha allenato le squadre più forti del mondo, a Napoli ha fallito”. Risposta di pancia, di getto, in un primo momento verosimile, ma poi smentita dai fatti.

Carlo Ancelotti allena il Real Madrid dalla scorsa estate. Aveva già diretto i Blancos dal 2013 al 2015.

Ci sono squadroni talmente forti che potrebbero vincere anche l’Oscar, il Leone d’Oro a Venezia e i Grammy Awards. Ma senza una guida forte dietro, sappiamo che non vanno da nessuna parte. Questo perché “er pallone vero” non è Fifa o Pes, non ci sono “overall” che ti danno la sicurezza che quel campione in campo renderà. Le squadre di calcio più importanti hanno dei top player, che sono delle vere e proprie industrie, che hanno dietro società, attività commerciali, decine e decine di persone che ci vivono.

A volte mi piacerebbe essere una mosca per capire come diavolo fa un allenatore per far calibrare tutte le varie situazioni. Chissà quanto deve lavorare su sé stesso per essere completamente libero di fare le proprie scelte. Bisogna essere forse psicologi, o come dicono tanti ex calciatori di Ancelotti, bisogna essere papà. E non dobbiamo dimenticarci che spesso ci sono ragazzi di 20 anni, lontanissimi da casa. Ragazzi che nemmeno si rendono conto di quanti soldi possono sperperare e di come possono utilizzare male la loro influenza.

Gianluigi Donnarumma, detto Gigio, portiere del Paris Saint Germain dal 2021.

Ancelotti rimarrà per sempre nei cuori dei tifosi milanisti, così come Gigio Donnarumma. Non mi sono sbagliato. Il portiere del Psg è ancora nei cuori degli amanti del Diavolo, anche se per i motivi sbagliati. I supporter rossoneri dicono di disprezzare con tutta l’anima Donnarumma, ma se un giorno tornasse a Milanello e giocasse 2-3 partite del suo livello, tornerebbe ad essere il beniamino della tifoseria. Non è un discorso di partigianeria. Succederebbe la stessa cosa per Lukaku all’Inter, per Cr7 alla Juventus, per Pedro alla Roma e per Ciccio Caputo al Sassuolo.

Donnarumma ha debuttato in serie A a soli 16 anni in un Milan-Sassuolo

Non siamo qui per difendere Donnarumma. Per tirargli valanghe di guano trovate quanti commenti volete sui social e sui forum, mentre per difenderlo sarebbe necessaria una laurea in Giurisprudenza, che al momento non possiedo. Abbiamo imparato che nella vita e soprattutto nel calcio si possono fare le scelte più strampalate e noi abbiamo imparato a non sorprenderci. Ma la cosa che più conta è come lo fai, come ti lasci da un ambiente, come ti comporti, cosa fai per evitare di cacciarti nei guai e non scivolare nell’inferno del calderone mediatico.

E Donnarumma ci finisce troppo spesso, al di là della tecnica da portiere di beach soccer che non gli appartiene. O non è abbastanza attento oppure è così bravo psicologicamente da saper resistere agli shitstorm. Non mettete in mezzo Mino Raiola: Donnarumma ha 23 anni, ha imparato presto a stare in mezzo ai grandi (ringraziamo Sinisa Mihajlovic) e sa ragionare di testa sua. E poi è campione d’Europa e questo incide mentre sto scrivendo su di lui, perché la mente va su QUEL rigore parato all’Inghilterra.

Donnarumma è stato tra i protagonisti della vittoria dell’Europeo dell’Italia di Roberto Mancini.

Fra 10 giorni ci sono gli spareggi per andare al Mondiale: Donnarumma sa cosa deve fare. Ed anche io lo so. Ovvero vedere cosa faranno quelli che l’hanno buttato giù dalla torre (Eiffel?), nel caso il portierone ci portasse in Qatar.

Leggi altre notizie qui