Libero di colori a pastello questo disco che sembra una confessione personale più che un’opera dell’arte e dell’ingegno. Alice Cucaro è questo suo primo disco. Si intitola “Una parte di me” uscito per Trasporti Eccezionali e penso che non meriti altro titolo vista la delicatezza del suo pop, del suo folk…perché no, anche della sua voglia di contaminarsi ed emanciparsi anche grazie alla produzione di Enrico Dolcetto. Ed è un risultato finale che gioca con il suono della sua stessa vita…

Un esordio che arriva dopo tanto musica suonata e misurata sulla propria pelle. Direi che questo disco alla fin fine non è un esordio ma, almeno ad ora, un epilogo… sono molto lontano dalla sua lettura?
Molti l’hanno definito come “esordio” ma in realtà era una vita che sognavo di pubblicare un album con tutti i brani scritti nell’arco di 6/7 anni, semplicemente non ho mai avuto la possibilità materiale per poterlo fare, poi è arrivato il concorso “trasporti eccezionali” fatto appositamente per cantautori e vincendolo mi ha permesso di esaudire questo sogno che avevo nel cassetto da almeno 15 anni. Dunque non è un esordio vista tutta la musica che ho vissuto fin da piccola, sicuramente è l’epilogo felice di un desiderio che chiedevo ad ogni soffiata di candeline, ma non di certo una fine, perché mi ha dato la forza per proseguire il mio percorso e continuare a scrivere!

Delicatissima quiete e colori a pastello. Un po’ come nella copertina… sono questi tratti che mi vengono alla mente. Tu che ne pensi?
Per alcune tracce sicuramente, ma per altre vedo un’ombra molto cupa, quella parte di me che si ascolta solo tramite certi testi, ad esempio “Astronavi” è color blu di una notte senza stelle. La mia parte più sofferente.
Disegnarti invece è rosa pastello, la mia parte più gentile ed ingenua.

Se ti chiedessi 3 dischi che sono alle origini della tua scrittura e di questo lavoro?
“Diari aperti” – Elisa
“Five seconds flat” – Lizzy Mcalpine
“The search for everything” – John Mayer

Come da titolo: tutto questo è solo una parte di te oppure è La parte di te principale?
Sicuramente manca la mia parte più ironica e divertente, mio fratello mi dice spesso di provare a scrivere qualcosa di leggero, perché a volte per gioco abbiamo scritto insieme canzoni di Natale in cui scrivevo canzoni dai testi buffi e autoironici, quindi manca quella parte. Manca anche la mia parte rock, ma sono al lavoro per tappare queste falle! Ma in ogni caso in questo album c’è davvero una grande tavolozza di miei colori. E spero che le persone ascoltandolo possano trovare conforto e ritrovarsi nelle mie parole.

Col senno di poi, ascoltando il risultato anche a firma di Enrico Dolcetto, questo disco ti somiglia?
Assolutamente sì, lui ha presto i miei brani e li ha vestiti con la cura che solo un grande amico può avere, senza snaturalizzarli. Forse è proprio lui che li ha resi ancora più somiglianti a me.