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Avevo preparato un’apertura tutta densa di significato, come gli editoriali dei giornali nazionali più importanti. Tipo Massimo Gramellini, tipo Ezio Mauro. Quei pistolotti iniziali degli editoriali che vengono lette nelle rassegne stampa. Poi è arrivata lei, Paola Egonu. L’Italia è appena salita sul podio ai Mondiali, che sono terminati in Olanda. Le azzurre hanno avuto ragione abbastanza comodamente (ma il terzo set assolutamente no) contro gli Stati Uniti.

“Mi hanno chiesto perché fossi italiana. Questa è la mia ultima partita in Nazionale, sono stanca”, queste le parole di fuoco di Paola Egonu

E l’asso della Nazionale e portabandiera alle Olimpiadi di Tokyo, fa una dichiarazione di quelle che fa saltare dalla sedia. Ovvero, non vuole più giocare in Nazionale per le pesanti critiche subite e per il razzismo. Esprimersi e commentare le parole di Egonu è quanto mai terreno scivoloso e pericoloso. Qualcosa però posso dirla.

Dopo aver vinto praticamente tutto con Conegliano, Egonu giocherà in Turchia nella prossima stagione con il VakıfBank.

Spero vivamente sia stata una provocazione, non credo che l’intenzione di Paola sia quella di lasciare la Nazionale. Magari prendersi una pausa, quella sì. Considerate che il gruppo delle azzurre non si ferma praticamente mai per 12 mesi all’anno. L’anno scorso Olimpiadi ed Europei. Quest’anno Nations League e Mondiali. E in mezzo campionato, che non si ferma neanche a Natale, e Champions League. Io ci ho visto anche un po’ questo. E ci ho visto anche un po’ di attualità politica. Quasi come voler dare un segnale mentre si forma il nuovo governo, una reazione dopo l’elezione di Ignazio La Russa e Attilio Fontana.

Riguardo il fatto che Egonu ci sia rimasta male per gli insulti ricevuti. Questa volta non sono stati i famosi leoni da tastiera, ma, ascoltando le sue parole, giornalisti e testate di fama nazionale. Non puoi trattarli e ignorarli come il primo idiota che passa. Si parla di razzismo, che in Italia c’è, è forte e tangibile. Io ritengo, senza depenalizzare il razzismo, che ci sia una cosa ancora più grave. Ovvero l’ignoranza, in tutte le sue forme. C’è anche la forma più incredibile, cioè la volontà esplicita di voler essere ignoranti. Sembra una puntata di Emigratis con Pio e Amedeo. Solo che invece di uno sketch, è la vita vera e propria.

Paola Egonu sapeva benissimo cosa avrebbe scatenato questa dichiarazione. E sono partite le curve da stadio. Da una parte chi la attacca, dall’altra chi la difende. In pochi però sanno davvero chi sia e perché le sue parole contino davvero così tanto. C’è anche chi la definisce “miglior giocatrice del mondo”. Purtroppo per ora non lo è. Ed ora parto con la questione prettamente sportiva del pezzo sui Mondiali di pallavolo. Su Paola Egonu non possiamo nemmeno sorprenderci e non lo avrà fatto neanche lei.

Solo considerando la Nazionale, Paola Egonu ha vinto un argento e un bronzo Mondiale, un oro e un bronzo Europeo, un oro alla Nations League e un argento al World Grand Prix, oltre a un oro e un bronzo Mondiale giovanile

È il faro della squadra, quella che anche nelle giornate non migliori, tipo quella con il Brasile, mette a terra 30 punti. Naturale attendersi tutto o quasi da lei, anche perché c’è chi la considera la giocatrice più forte del mondo. Ma sappiamo che, purtroppo ed almeno per ora, non è così. Su di lei pesano come macigni alcuni errori, anche banali, in momenti decisivi delle partite. Come non dimenticare la palla mandata fuori sul set ball che poteva consegnare il 2-1 all’Italia sulle verdeoro. Bisogna cercare o no un anti-Egonu, un’alternativa, qualcuno che la possa sostituire? Magari sostituirla no, anche se sarebbe davvero bello vedere un altro opposto che possa ricalcare il talento della ragazza di Cittadella.

Ma sicuramente servirebbe un altro elemento capace di dare qualche minuto di pausa e di riflessione quando le cose non vanno. Avviene per tutti gli altri ruoli, può avvenire anche per lei. È una cosa di cui si era già parlato nello scorso Mondiale, quando solo il tie break contro la Serbia vietò l’alzata della coppa iridata da parte delle azzurre. Anche Caterina Bosetti ha aperto la sponda sul Nilo. Purtroppo non per le prestazioni meravigliose, ma per come ha diviso il pubblico. Le prove non sono state quelle che ci attendevamo, ma c’era sempre qualcosa di positivo che voleva farcela vedere in campo. Come ad esempio sui servizi ed alcune giocate d’esperienza, utili assolutamente alla causa.

Fa specie che per una volta non sia stata Elena Pietrini, sempre nel ruolo di schiacciatrice, e dividere in maniera perentoria il pubblico, tra chi la ama per come gioca e chi la ama a tal punto da non perdere occasione per metterla alla gogna. Ed a proposito di scelte, forse in molti non si attendevano quella sulle centrali, con coach Mazzanti che ha lasciato in panchina Cristina Chirichella per i momenti decisivi del Mondiale, per inserire Marina Lubian.

Marina Lubian, 22 anni, nella prossima stagione giocherà con le campionesse d’Italia in carica di Conegliano

Al di là delle preferenze, preferisco esprimere un ragionamento diverso, per le giovani generazioni. Nelle prime partite la figlia d’arte (ed anche figlia di un ex giocatore del Torino di pallanuoto) veniva inserita solo per sfruttare la sua pericolosa battuta. Entra, batte, finisce l’azione e poi rispedita in panchina. Molti giocatori di pallavolo si demoralizzano per questo. Non lei, che ha sfruttato ogni singolo segmento consegnatole per farsi notare. E piano piano, anche approfittando di alcune partite non complicate per l’Italia, è riuscita a rimanere maggiormente sul parquet. Fino a soffiare il posto, nelle partite più importanti, alla compagna di squadra.

Monica “Moki” De Gennaro, sorrentina, 35 anni, considerata il libero più forte al mondo

Più equilibrio, invece, al palleggio, con l’ormai classica disposizione tecnica. Se mi serve avere un muro migliore metto Malinov, se ho maggiore bisogno di forzare in battuta inserisco Orro. Ma sicuramente sarebbe ancora più importante avere al palleggio una giocatrice da vertici mondiali. Al libero, invece, nessuna discussione. Monica “Moki” De Gennaro è sempre più una forza della natura. Contro il Brasile non ha impressionato come in altre gare, ma ricordando sempre che in altre occasioni ha preso anche le palline da ping pong. E chiudiamo con capitan Myriam Silla, altra giocatrice che non piace sicuramente ai razzisti. Io l’ho vista migliorata, più in palla rispetto ad altri eventi con la Nazionale. Ma sulla ricezione deve fare ancora salire qualche gradino.