Dal sud al nord. La storia dei Nuju ma anche quella di questo nuovo disco dal titolo “Clessidra” accolto con entusiasmo dalla critica. Un disco che divide il nord dal sud, ne racconta il tempo e la sua diversa percezione e lo fa attraverso un caratteristico Kombat Folk che ormai la formazione di stanza a Bologna sembra averci abituato. Ed eccolo il nuovo singolo dal titolo “Gira”: un allegorico “giro del mondo” che i nostri condividono con i Modena City Ramblers. E sono tanti i piani di lettura con cui affrontare un tema che in questo disco sembra trovare una giusta celebrazione…

“Clessidra” torna ad avere voce. Oggi questo nuovo singolo porta con sé quale significato? Che momento è del viaggio da nord a sud?
Questo singolo nasce da un’unione di due band, i Nuju e i grandissimi Modena City Ramblers, di cui siamo felici di essere amici. Quindi porta un significato di collaborazione e voglia di stare e creare insieme. Inoltre non unisce il Sud e il Nord solo idealmente, ma anche praticamente, perché la canzone è stata scritta da una band che ha una forte matrice calabrese e mediterranea, con un gruppo di forte matrice emiliana e irlandese. Siamo in un momento in cui è importante dichiarare che le differenze si possono unire e che non bisogna pensare ad arroccarsi nelle proprie convinzioni.

Che poi il viaggio è qualcosa di importante: per i Nuju significa anche un tornare alle origini?
Esatto, i Nuju nascono come band di viaggiatori, di emigranti. Oggi siamo una band calabro-emiliana a tutti gli effetti, visto che la formazione è composta non solo da calabresi, ma rimane fondamentale il viaggio e la voglia di viaggiare. Bisogna farsi viaggiatori, mescolarsi con l’altro per comprendere la complessità del mondo. Nel nostro piccolo e con umiltà, continuiamo a descrivere questa esigenza di narrazione attraverso le canzoni.

E che viaggio è stato quello del video? Da Nord a Sud, il contrario… o cosa?
Un viaggio circolare, come le ruote della bicicletta di Carabiga. Grazie al video di Lorenzo Menini, abbiamo dato immagini alla canzone, creando una connessione tra la terra che gira, come la ruote della bicicletta, e i raggi che si legano al centro della stessa ruota, come le connessioni infinite che ci sono tra le persone. Crediamo in questo concetto di mondo che gira e che si ripropone ciclicamente: l’importante è riuscire a starci in mezzo e continuare a pedalare.

“Gira” vede i Modena City Ramblers: accostamento che nel suono trova una coerenza importante. Ma io la leggo anche dentro il concetto di viaggio… di incontro… di popolo… o sbaglio?
Sì, è proprio così. Siamo “fissati” con questo concetto di melting pot, che cerchiamo di riproporre nella musica e nei tesi. Crediamo nelle canzoni che portino con sé un significato, grazie anche alla scuola di band come i Modena City Ramblers, che sono esempi da seguire per portare dei messaggi in portanti attraverso la musica.

Il tempo, punto nevralgico del disco… nel viaggio che ruolo svolge?
Svolge un ruolo di collante. Nel viaggio ci si muove nello spazio, ma ci si può muovere anche nel tempo. Non solo nel senso dei viaggi interstellari alla Nolan, a cui non possiamo evidentemente rivolgerci, ma per essere testimoni dei tempi che viviamo. Osservare il mondo circostante e raccontarlo significa lasciare un segno nel tempo. È quello che proviamo a fare con le nostre canzoni.