Spread the love

Si intitola “Panico EP” il primo lavoro ufficiale dell’artista di Alessandria Simon Cole. Il titolo parla da se e nel documentario allegato che troviamo in rete arrivano chiare le direttive del progetto: un suono metropolitano che in se custodisce la ricetta di emancipazione e di “guarigione” da un male oscuro figlio di questo tempo. Ansie, attacchi di panico… di sicuro la canzone di Simon Cole pone in evidenza problematiche del nostro tempo che dovremmo illuminare con un’attenzione maggiore.

Un disco per emancipare o per esorcizzare il male?
“PANICO” è un disco che racconta il male e cerca di spiegarlo nel modo più sincero e trasparente possibile. Senza patine o filtri.

Giuseppe Berto l’avrebbe chiamato “Il male oscuro”. In qualche modo somiglia a quel famoso romanzo. Per te cos’è il panico?
Il panico è certamente qualcosa di oscuro, è un frammento della nostra anima e la sua dimensione varia a seconda delle esperienze che abbiamo vissuto. Quando questo frammento raggiunge dimensioni troppo elevate il panico diventa qualcosa di esplicito, reale, crudo e fortemente fisico.

Un documentario che troviamo in rete cerca di spiegare un po’ tutto… pensi di esserci riuscito? E perché l’idea di un documentario?
In realtà lo scopo del documentario era quello di permettere agli ascoltatori di andare oltre lo schermo e conoscermi meglio. Avevo la necessità di mostrare il vero me, volevo che le persone non fraintendessero le mie intenzioni e soprattutto non volevo essere scambiato per qualcuno che non sono. Credo che il documentario sia riuscito nel suo intento e sono davvero felice di poter rivivere i momenti più importanti degli ultimi anni attraverso di esso.

Un primo Ep che aprirà le porte ad un lavoro maggiore?
Si tratta in realtà del mio secondo EP. Voglio essere sincero, non so cosa succederà adesso. PANICO è stato per me una delle più grandi soddisfazioni della mia vita, è un lavoro di cui sono orgoglioso e di cui vado estremamente fiero. Allo stesso tempo è un progetto di un peso così importante che a tratti mi fa sentire bloccato, riuscirò a superarmi? Riuscirò a creare qualcosa che sia almeno allo stesso livello?

E pensi che possa servire a tanti che soffrono di questo tipo di patologie?
Credo che PANICO sia un modo per approfondire questo mondo per le persone che non lo conoscono e allo stesso tempo una valvola di sfogo per chi invece lo conosce fin troppo bene. Sapere che ci sono altri che soffrono nello stesso modo in cui soffri tu aiuta, e non poco.