Anni ’90 spudoratamente rivestiti di suoni nuovi in un rock alternativo d’autore che racconta la vita e si dipana dentro un doppio album: esce il primo capitolo dal titolo “Male”, nuovo disco per i Moostroo al secolo Dulco Mazzoleni, Francesco Pontiggia e Igor Malvestiti. Il trio bergamasco si affida al dualismo dei tarocchi che, se non erro, rappresentano anche la dimensione fisica di questo disco oltre che un punto di incontro tra l’esperienza esoterica e il suono. Da poco uscito il video ufficiale del primo estratto e noi, come sempre, indaghiamo le linee di questo viaggio decisamente interessante.

Due dischi… per ora il primo. E perché cominciare dal “Male”?
Quando una persona si sente malinconica non ascolta canzoni allegre, ti sale la carogna furiosa se ascolti canzoni allegre. Invece le canzoni malinconiche addolciscono l’animo e fanno da ponte verso una nuova luce. Allo stesso modo dopo la nefasta congiuntura pandemica, parlare di male ci sembrava la via maestra per poi arrivare al bene. Iniziare subito da “Bene” avrebbe scatenato la furia che alberga in noi… che tu magari dici: “Ben venga la furia”. Ti ricordiamo che Furia era un cavallo famoso poi andato al macello.
Negli ultimi anni abbiamo prodotto un buon numero di canzoni. Ci siamo trovati quindi con in mano un corposo materiale che abbiamo deciso di dividere in due dischi. Trattiamo il rapporto conflittuale e complementare tra la carogna che sale e la tenerezza che abbraccia, tra lo schiaffo e la carezza, tra la bresaola e Furia cavallo del West.

Il “Bene” a chiusa perché è sempre bene quel che finisce bene? Che dietro questa domanda assai pop direi che c’è tanto e spero che vi arrivi…
Si certo, hai ragione, ma mettiamola così: è sempre bene ciò che prima era iniziato una merda. Non c’è un rapporto di priorità tra i due concetti, male e bene, bene e male. Forse abbiamo pensato che fare come Pinocchio con la medicina, fosse per noi una fregatura, quindi al contrario del burattino, prima l’amarezza e poi la dolcezza… ma anche viceversa.

Due dischi in vinile un giorno che si ricongiungeranno in uno splendido Gatefold? Ecco così l’ho immaginata…
Siiiii! Ricongiungiamoli! Hai colto nel segno. Ricongiungere è proprio il filo che collega i due dischi: due parti che in realtà sono la stessa cosa, a ben vedere. Purtroppo poi c’è da dire che tutto quello che era materia, che fosse CD o vinile, è morto o moribondo. Non solo! Anche possedere un oggetto è desueto ormai, le canzoni si affittano: se ti scade l’abbonamento sei fottuto. Allora morti per morti ci siamo inventati delle carte, dei tarocchi, bellissimi, mistici, onirici, un viaggio, da vendere ai concerti, con allegato un QR-Code per scaricare i brani. Ma al fascino e al richiamo del vinile è dura resistere… L’idea quindi è di pubblicare un unico vinile, su cui spalmare i due dischi sui due lati, questo dopo la pubblicazione dei “Bene”, che verosimilmente sarà tra un anno.

I Tarocchi: allegoria importante… cosa ci dite? Perché associarli alla musica?
Da sempre siamo interessati alla collaborazione. Abbiamo sempre cercato persone dotate di pensiero autonomo ed entusiasmo creativo per poter essere a nostra volta sollecitati creativamente. A questo giro, il collettivo di cui facciamo parte (Do Ink Yourself) ci ha suggerito di tradurre in elaborati figurativi, le suggestioni prodotte dalle nostre canzoni.
Quindi abbiamo conosciuto Lucrezia Fontana, detta Aizer, che ha artisticamente tradotto il tutto in 8 carte dalla doppia faccia, che rappresentano, in chiave mostruosa, quanto di evocativo ha trovato nei contenuti delle 16 canzoni. Risultato: un mazzetto di otto carte che rievocano i tarocchi. La funzionalità dl tarocco è proiettiva, la carta sollecita con delle suggestioni e ciascuno può trarne stimoli risonanti per poter guardare se stesso.
Ai nostri Live è presente Samuele, giovane poeta, che si è prestato alla lettura dei mostruosi tarocchi per coloro che si vogliono sottoporre a questo esperimento. In definitiva ciò che cerchiamo è il rapporto umano e la condivisione di visioni e sentimenti, che abbiano a che fare con ciò che siamo: corpi in atto dotati di emotività e pensiero. Non vorremmo pensarci solo come un gruppo ricreativo, anzi intendiamo essere provocatori su questioni stringenti di carattere, potremmo dire, esistenziale. Forse è una postura presuntuosa, ma francamente ce ne sbattiamo dei giudizi, aggrappandoci alla salutare idea di essere autenticamente noi stessi.

E poi il video ufficiale…
Abbiamo in archivio sei video autoprodotti… Al momento propizio inizieremo a pubblicarli. Il primo è uscito il 4 Febbraio, “Apparenza”. Ma facciamo un passo alla volta, non vogliamo sovraccaricare chi ci segue. Centelliniamo la nostra produzione, che è molto densa e necessita di sedimentare poco per volta.