Un titolo emblematico come “It’s Never too Late” che sul disco si presenta in acronimo con “I.N.T.L. LIVE”. Sul gradino dei 50 anni ecco l’esordio di Paolo Mancini, in arte Paul Man, uomo di lunghi ascolti che si lasciano trasparire tutti dentro un disco ampio, ambizioso e decisamente foriero di nostalgie rock internazionali. Libertà compositiva, istinto e reminiscenze che determinano un suono ampiamente celebrato dalla nostra adolescenza e non solo. Di questo disco troviamo soltanto la lunga distesa live che ci viene consegnata anche dalla rete con un video di presentazione dell’intero concerto.

Un disco che sembra raccontare un riassunto di vita. È il momento di mettere un punto per ripartire?
Si! hai fatto assolutamente centro: The Starting Point!

Perché l’inglese?
Perché il mio ascolto era prevalentemente nel mondo che cantava in Inglese… in primis Bowie perché il mio primo approccio e’ stato di iniziare una decina di anni fa tentando di cantare le sue canzoni.

Un disco che ha anche tanti risvolti sociali: in che termini si pone nella narrazione di questo tempo? Critico o romantico?
Direi o desidererei ambedue.

E in questo tempo digitale, tornare ad un suono analogico come il tuo, assume anche la connotazione di una provocazione?
Proposta! Proposta! È una proposta!

Tornerà presto dal vivo questo disco? Troverà anche una dimensione in studio diversa dal live per i nostri ascolti?
Molto, molto improbabile che si rivada in studio con questo algum, l’espressione della mia idea di musica è in primis condivisione e nel Live trova appunto la piena espressione… sul palco hai un colpo solo, come nella vita, devi prendere la mira molto bene… puoi permetterti di sbagliare!
Nel frattempo siamo tornati sul palco e… siamo maturati molto come band… abbiamo “legato” ! I ragazzi sono “entrati” nei pezzi e.. si sente!

E il vinile?
Direi che ci sta tutto visto il suono e il tempo a cui allude… beh.. in verità ci sto pensando!