Cosa significhi bassa fedeltà è presto detto ma qui ha un potere evocativo e allegorico che sfocia dentro pieghe assolutamente politicizzate – in senso alto e romantico della parola. Siamo in un tempo strano e non solo per Massimo Lajolo s’intenda, cantautore che torna in scena con un disco che titola appunto “Bassa fedeltà” uscito per la label toscana RadiciMusic Records: tempo strano dentro cui la deriva culturale ha la forza soltanto nei numeri dei social e dentro i risvolti dei followers… e il suo singolo “Il Talento” porta in scena tutto questo che, anche a nostro parere, somiglia tanto ad un degrado della cosa comune. Un disco politico dunque? Non saprei… un disco romantico, socialmente utile, una canzone d’autore pulita e coerente… un disco che serve all’ascolto e non solo all’intrattenimento.

Canzone d’autore e manifesto politico: parole importanti ma penso che calzino a pennello per questo disco… o almeno per parte di esso. Cosa ne pensi?
Riguardo al concetto di canzone d’autore avverto molta confusione. Fino a qualche anno fa, essere cantautore richiedeva un certo approccio, nei confronti delle proprie canzoni e della scena musicale, un certo linguaggio, scelte di argomenti da trattare, modi di presentarsi in pubblico… Oggi non è più così. Oggi si definisce cantautore semplicemente uno che esegue le cose che scrive, il significato si è ristretto a un ambito tecnico. Se canto ciò che scrivo sono cantautore, se me lo scrivono altri, sono un interprete e poi ci sono i gruppi, anche se certi gruppi hanno uno stile che sicuramente si può definire cantautoriale, vedi gli Avion Travel. Sinceramente le etichette non mi interessano. Mi sono formato sui cantautori, ma anche allo stesso livello, sul rock o sul pop. Sono parti diverse di me che convivono, più o meno pacificamente. Riguardo alla definizione di manifesto politico, mi sembra eccessiva. Un caffè col Presidente e ancora di più Un uomo qualunque sono canzoni che prendono posizione, e in fondo questo è già un atteggiamento politico, ma lo è anche trattare certi argomenti che non si possono definire politici in senso stretto. In realtà, anche altre canzoni di Bassa Fedeltà che sembrano più sfumate possono essere interpretate in un’ottica simile. Diciamo che mi interessa collegare il personale con il pubblico. Basta pensare al concetto di “Il personale è politico” di cui parlava Gaber.

E che altri aggettivi ti verrebbero alla mente?
Se intendi se mi vengono in mente altre immagini per definire il mio lavoro, non saprei cosa risponderti. È così diverso vedere e qualcosa quando ci sei dentro…
Credo sia più giusto che siano altri a farlo, nel bene e nel male. Non voglio rubare il mestiere a critici e giornalisti.

Resilienza o resistenza? Tra l’altro parliamo di un disco nato da una gestazione lunga…
Dunque, resilienza è una di quelle parole che per un certo periodo conoscono una grande notorietà e perciò mi vengono un po’ a noia, dato che sono largamente usate nei contesti più diversi, spesso anche a sproposito. Gli esperti dicono che la resilienza si distingue dalla resistenza perché implica un atteggiamento meno attivo e più flessibile di fronte alle avversità. Mi fa pensare a un atteggiamento mentale più orientale che occidentale. Il giunco che si piega al vento ma non si spezza. Diciamo che cerco di adottare entrambe le strategie, comunque utili alla sopravvivenza (così abbiamo trovato una terza parola in rima…). Comunque, fare musica è una forma di resistenza, perché appunto richiede una partecipazione attiva, la resilienza si può applicare magari in seguito, di fronte, a livelli di soddisfazione non raggiunti. La gestazione dei dischi per me è sempre lunga e faticosa, per vari motivi: perché scrivo solo quando ne avverto l’urgenza, perché credo che occorra un lungo lavoro di elaborazione dei materiali prima di arrivare alla loro pubblicazione, perché mi sono reso conto che a volte l’idea iniziale è buona ma non altrettanto come la si è realizzata fino a quel momento. La canzone “Bassa Fedeltà” ha almeno 3-4 versioni differenti e dal vivo oggi la facciamo in un altro modo ancora. A un certo punto, mi impongo di dire STOP! In realtà, appena finito il tutto, già mi verrebbe voglia di cambiare qua e là… E’ difficile che sia pienamente soddisfatto del risultato. Non avendo, per scelta, un produttore, sono io che prendo le decisioni e non è detto che siano quelle giuste.

Il tempo della pandemia in qualche modo ha gettato acido su angoli e forme delle tue liriche?
Bella e cruda questa immagine personificata della pandemia che lancia secchiate sulle liriche, ma non pensavo di essere così acido! Ci sono un po’ di immagini sarcastiche qua e là, in effetti, di ironia cattivella, lo ammetto. In Italia, io trovo che imperi un buonismo nauseabondo da una parte e una trasgressione (molto minoritaria), spesso costruita a tavolino, dall’altra. Quello che manca, a mio modesto parere, è la sincerità. Non so, io ho quasi sempre l’impressione che la stragrande maggioranza degli artisti italiani giochi semplicemente un ruolo che si è ritagliato addosso. Quindi, se gettare acido significa essere sinceri, va benissimo. Comunque, potrei essere molto più cattivo, negli altri dischi lo ero meno, in futuro chissà che non lo diventi di più…

Oggi la bassa fedeltà cosa significa? Anche perché spesso va di moda…
Se ho usato questo titolo, non è certo perché va di moda e se va di moda forse non me ne sono accorto. Naturalmente è il concetto opposto a quello di Alta Fedeltà, che come sappiamo nasce nell’ambito della riproduzione audio con strumenti di alta qualità. Oggi, la qualità del suono può essere notevole, perché la tecnologia lo consente a costi inferiori rispetto al passato, ma certo non la si può percepire se l’ascolto avviene su Internet o con lettore MP3. E’ un discorso complesso, che riguarda il modo di produrre musica, ma anche di ascoltarla, di viverla. Poi, il titolo fa riferimento anche ad altri tipi di fedeltà, perché amo la possibilità di giocare con il linguaggio, di sfruttarne le potenzialità, le doppie valenze e anche le ambiguità. Dietro un titolo, comunque, non sempre c’è un profondo ragionamento filosofico: essendo un’espressione nominale così breve, per “Bassa Fedeltà” direi che conta anche l’aspetto della folgorazione, dell’illuminazione improvvisa.