Al museo Boncompagni Ludovisi la mostra sull’Alta Moda del dopoguerra che ha aperto la strada al made in Italy

Si è appena conclusa la mostra “FIFTIES IN ROME – LA COUTURE ANNI ’50 (RMX)” presso la casa museo, appartenuta alla famiglia Boncompagni Ludovisi, destinata a centro di promozione e documentazione delle Arti decorative, della Moda e del Costume dei secoli XIX e XX.
La mostra è stata curata da Stefano Dominella e celebra il made in Italy, attraverso la moda. Si sono potute ammirare le creazioni di Carosa, Fernanda Gattinoni, Tiziani, Schoubert, Antonelli, Fabiani, una moda d’altri tempi, ancora stupenda e attuale dopo tanto anni.


Si tratta di una vera e propria rivoluzione dello stile, infatti “Fifties in Rome” ricorda attraverso una selezione di stupendi abiti il periodo che dagli anni ’50 ha definito lo stile della moda italiana.
Nei primi anni del secondo Dopoguerra, la moda e le abilità artigianali, insieme alla maestria nell’utilizzo dei tessuti preziosi, al buon gusto e alla creatività hanno reso Roma un punto di riferimento per gli amanti della bellezza, del lusso e del mondo del cinema.


Il sostegno finanziario offerto dal Piano Marshall ha permesso di sviluppare gli Studi di Cinecittà, che diventarono un polo attrattivo per l’industria cinematografica hollywoodiana. La fusione tra l’alta moda italiana e il cinema americano decretano la nascita della cosiddetta “Hollywood sul Tevere”, che raggiungerà il massimo splendore con “La dolce vita” e consacrerà la città di Roma come la culla del lusso.


Un periodo della storia della moda da approfondire, con innovazioni tecniche e creative che hanno creato il know-how alla base del Made in Italy.
Registrando l’evoluzione dei tempi, le collezioni del Museo Boncompagni Ludovisi testimoniano il riconoscimento del valore storico e artistico di mobili, arredi, abiti, accessori di moda. Questi tracciano il percorso della ricerca di decoro e di agio nella società italiana, in particolare del XX secolo. L’unione della genialità creativa e di un’esecuzione artigianale d’eccellenza hanno determinato la crescita del culto del made in Italy.


La mostra si sviluppa lungo le eleganti sale del Villino Ludovisi, sede del museo, un luogo poco conosciuto, che potrebbe invece, se ben frequentato, ispirare i giovani creativi di oggi.
Situato non lontano da Via Veneto, il villino progettato nel 1901 dall’architetto Giovanni Battista Giovenale su commissione del principe Luigi Boncompagni Ludovisi è un pregevole esempio di uno stile architettonico eclettico, definito anche “barocchetto romano”, al quale si aggiungono elementi Liberty. Donato dalla principessa Blanceflor de Bildt Boncompagni allo Stato italiano nel 1972, oggi il museo conserva collezioni di quadri e diverse forme di arti decorative che spaziano dallo stile Liberty all’Art Déco. In questi luoghi, a tra Porta Pinciana e Porta Salaria, nel I secolo a.C. si trovava una ricca residenza appartenuta a Giulio Cesare, in seguito acquistata dallo storico Caio Sallustio Crispo e divenuta poi famosa come Horti Sallustiani. Nel 1620 il cardinale Ludovico Ludovisi costruì Villa Ludovisia come sua residenza e per la sua particolare bellezza la villa rappresentò addirittura una tappa del Grand Tour. La villa fu sacrificata per lo sviluppo urbanistico del quartiere, che comprese anche la costruzione dell’attuale villino.


La Sala di Papa Boncompagni, il Salone delle Vedute, la Galleria degli Arazzi sono alcune delle eleganti stanze nelle quali si svolge l’esposizione.


Tra una sala e l’altra vi perderete anche tra vetrate, vasi, sculture e persino la culla dei Principi di Savoia, realizzata dallo scultore romano Giulio Monteverde.