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Che confusione che stiamo vedendo. Ma il mondo del calcio nell’ultimo ventennio ci ha fortemente abituato ai polveroni. La Juventus ha subito 15 punti di penalizzazione a causa di alcune irregolarità riguardanti il bilancio e al comportamento assunto in occasione di alcune plusvalenze dei giocatori (non come fatto stesso, ma per l’atteggiamento mostrato) e tutti a riempire i banchi degli juventini e degli antijuventini. Da una parte si chiede la radiazione del titolatissimo club bianconero, dall’altra si dà vita a petizioni, proteste, disdette, boicottaggi, un marasma incredibile che si tormenterà per chissà quanto.

Non entro nel merito della vicenda, soprattutto per evitare lapidazioni nei confronti della testata che state leggendo. Una cosa, però, mi sento di dirla. Come mai in queste situazioni ci troviamo dentro sempre la Juventus. E perché i tifosi, in questo caso juventini, ma potremmo facilmente coinvolgere le altre fazioni, non sono mai critici nei confronti dei propri dirigenti e della propria fede, rendendo vuoto il proprio pensiero, in quanto fortemente danneggiato dal far diventare un dogma non sconfessabile.

Sui portali che vendono maglie, si trovano anche le divise della Reggina 2006-07. Qui la seconda maglia, che era bianca

Ma mica è la prima volta che una squadra viene penalizzata di ben 15 punti. È già successo. Torniamo con la mente nel 2006. Tanti segni meno in classifica, a causa di Calciopoli. E qual era la squadra più coinvolta in quel bailamme? Sì, la Juventus. Però era stata trovata con le mani nella marmellata anche la Reggina, al tempo in serie A e strenuamente in lotta per evitare di retrocedere in serie B. Infatti le indagini avevano scoperto che il presidente amaranto Pasquale “Lillo” Foti aveva avuto vantaggi illeciti nel campionato 2004-05, attraverso il controllo delle designazioni arbitrali.

Pasquale “Lillo” Foti, 73 anni, presidente della Reggina dal 1991 al 2013 e dal 2014 al 2015, anno del fallimento

Viene quindi da chiedersi come possa fare una squadra come la Reggina a portare a casa la salvezza se deve portare a casa un ruolino di marcia da zona Europa se ha una squadra da ultimi posti. E qui viene fuori il miracolo targato Walter Mazzarri. Al tempo il mister toscano non è ancora noto alle cronache, avrebbe poi avuto la possibilità di allenare Napoli e Inter, per poi diventare famoso per i meme sulle scuse, sul gesto dell’orologio all’arbitro per chiedere di non far perdere tempo e tutte cose che gli saranno sicuramente piaciute. Ma chi può contribuire alla difficilissima scalata dei calabresi. La Calabria, purtroppo, non è una regione nota per i successi a livello infrastrutturale e politico.

Anche nel calcio italiano sono state poche le comparsate nei posti che contano. Notiamo il Catanzaro di Massimo Palanca, recentemente il Crotone che si salvò rimontando 11 punti all’Empoli, quindi proprio la Reggina, più volte in A a partire dall’inizio del nuovo millennio. Ma non si è andati oltre.

Walter Mazzarri, 62 anni, nativo di San Vincenzo, provincia di Livorno. Ha allenato anche Livorno, Sampdoria, Watford, Torino, Cagliari

La Reggina degli ultimi anni ha compiuto una mossa kitsch, tesserando Jeremy Menez, però ben lontano dai bei colpi visti alla Roma. In difesa spicca l’energia e il carisma di Salvatore “Totò” Aronica, vicino a lui c’è Alessandro Lucarelli, fratello di Cristiano, che chiuderà la carriera da bandiera del Parma. A centrocampo l’architettura è affidata a Giacomo Tedesco, coadiuvato dall’onnipresente Daniele Amerini. Tra i pali Ivan Pelizzoli, arrivato nella Roma dei grandi fasti, ma subito dopo lo scudetto. La coppia d’attacco fa ben sperare i tifosi dello Stretto: Rolando Bianchi è un po’ acerbo, ma a Cagliari ha fatto qualcosa di buono. Poi passerà addirittura al Manchester City.

Nicola “Nick” Amoruso, invece, è l’usato sicuro. Ha indossato la maglia di ben 15 squadre. Alla fine Bianchi farà 18 gol e Amoruso 17, dimostrando di essere una coppia gol fantastica e che è rimasta nei ricordi. Nelle prime 22 giornate la Reggina è sempre in zona retrocessione, ovviamente anche per la zavorra del -15. Solo una vittoria nelle prime cinque giornate, la fatica si sente, ma pian piano il gruppo inizia a carburare.

Nel corso della stagione 2006-07 la Reggina ha totalizzato 51 punti, scesi a 40 per la penalizzazione, che alla fine è stata di -11. Frutto di 12 vittorie, 15 pareggi e 11 sconfitte

In casa l’Oreste Granillo garantisce punti: solo Catania e Sampdoria lo violano prima di Natale. Cade al Roma, cade il Parma. Ma fuori le cose vanno diversamente, c’è anche la sconfitta nel derby con il Messina. Pensate che quell’anno in serie A ci sono Reggina, Messina, Palermo e Catania. Ora il Sud ha solo Napoli, Salernitana e Lecce. A gennaio il cambio di rotta. Tre vittorie di fila, di cui due in trasferta: cadono Cagliari, Messina e Torino.

La squadra di Mazzarri è fuori dalla zona rossa. Cinque partite senza vincere, ma gli amaranto rispondono con uno splendido 4-1 a Catania. Ad aprile l’Inter quasi campione d’Italia viene fermata sul pareggio. Ma è la vittoria di fine mese ad Ascoli a garantire, praticamente, un’incredibile salvezza. All’ultima giornata la Reggina si toglie anche lo sfizio di battere il Milan, che quattro giorni prima era diventato campione d’Europa. Al termine della stagione, l’allenatore e tutti i giocatori sono insigniti della cittadinanza onoraria di Reggio Calabria, a dimostrazione del capolavoro messo a segno.