Murales, elementi di rigenerazione e riqualificazione urbana o brutture deturpanti?

Per i Murales fin dall’inizio il pubblico cittadino si è diviso tra chi a favore e chi contro queste opere. Derivano dal “muralismo messicano” e nel giro di pochi decenni si sono diffusi nelle città e nei sobborghi ricoprendo i muri di stazioni ferroviarie, metropolitane, fabbriche dismesse, quartieri  degradati. Si tratta di un dipinti realizzati con colori acrilici resistenti agli agenti atmosferici su una parete, un soffitto o altra larga superficie permanente in muratura.

In principio i murales avevano un valore sociale e di denuncia politica. Tuttavia di recente sono utilizzati anche come potente mezzo di comunicazione al servizio del marketing. Spesso sono commissionati dai comuni e dagli enti pubblici per rappresentare l’identità del luogo e anche per fungere da richiamo per il turismo culturale. Il comune di Milano ha istituito un Ufficio che li promuove. A Roma vengono istituite gare tra gli artisti per riqualificare gli spazi murali delle periferie.
È questo il caso del vernissage di domenica scorsa, 13 febbraio, quando presso lo spazio del deposito ATAC dismesso è stata inaugurata “INHABIT – Murales Etiopia“.

INHABIT – Murales Etiopia” è la mostra collettiva con 21 artisti 

Si tratta infatti della mostra collettiva delle opere di 21 artisti internazionali partecipanti al bando per la realizzazione del Murales Etiopia. Un modo per riqualificare un grande muro nel quartiere Africano a nord di Roma (nella foto in giallo è evidenziato lo spazio dedicato al murales).

Gli artisti che hanno partecipato hanno dovuto “approfondire simbolicamente il senso dell’abitare un luogo“. L’obiettivo è di “Allargare l’orizzonte non concesso agli occhi di chi si affaccia dalle case circostanti“. Allo stesso tempo l’opera da proporre doveva “essere una riflessione profonda sul significato di convivenza tra entità appartenenti a specie diverse e la loro interazione con la natura che le ospita“.


Gli artisti che hanno aderito all’iniziativa sono Andrea Baraldi, Riccardo Buonafede, Cancelletto, Violetta Carpino, Dado, Egeon, La 180, Roberta Fiorito, Luca Gavarini, Gola Hundun, Groove, Hitnes, Howlers Crew, Luis Gomez De Teran, Milu Correch, Molecole, Mr. Fijodor, Orghone, Fabio Petani, Ale Senso, Mauro Sgarbi.

Ne è venuto fuori un interessante caleidoscopio di racconti urbani che fanno viaggiare con la mente, ognuno in un sogno diverso, quello dell’autore.
La mostra sarà visitabile fino al 20 febbraio in Viale Etiopia 79 e , credetemi, ne vale la pena.