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I gioielli non solo oggetti preziosi, ma storie bellissime

di Elena Vellucci

Se i gioielli potessero parlare racconterebbero delle storie bellissime. Sono talismani che hanno il potere di rendere eterni momenti meravigliosi sono il simbolo del ricordo materiale e delle nostre emozioni.

L’usanza di indossare i gioielli ha radici antichissime. Fin dal paleolitico i primi monili venivano realizzati con zanne di animali, denti, ossa, e conchiglie questi materiali venivano forati per far passare le collane. E i primi sapiens non erano nient’altro che dei tagliatori di pietra o levigatori già in grado di lavorare questi materiali in modo sapiente.

Sia per gli uomini che per le donne questi talismani avevano dei significati simbolici. Venivano indossati dagli uomini durante la caccia, per proteggersi dal male o durante i riti propiziatori. Le donne invece si ornavano di conchiglie in segno di fertilità.

Solo più avanti con l’avvento delle civiltà egizie si assiste ad un perfezionamento nella lavorazione dei metalli con l’introduzione di oggetti in rame, argento e oro. Compaiono i monili come bracciali, cavigliere, collane con cui gli egizi si ornavano. Avevano principalmente un significato di status simbolo di culto e venivano utilizzati durante le cerimonie funebri. Per tale motivo nelle tombe faraoniche sono stati rinvenuti bracciali, collane, armi e arricchimenti di corredo che andavano a incastonare le maschere e le fasce dei corpi mummificati posti all’interno delle cassette dei sarcofaghi.

Oltre agli egizi un altro popolo nella storia che si è distinto per le abilità nelle arti orafe è quello Etrusco. Raggiunsero risultati stupefacenti, attraverso le prime tecniche di lavorazione come la filigrana la goffratura la stampa e l’incisione. Tra i gioielli più utilizzati in tale epoca spiccano le “fibule ” le famose spille, i bracciali incastonati da gemme e le collane.


A rimanere incantato da tanto splendore e perfezione nella lavorazione dei gioielli etruschi fu il popolo Romano da cui ne trasse maggior ispirazione. Tra i monili più utilizzati dai romani si ricordano la “Bulla aurea” costituita da un ciondolo d’oro ancora gli “Inaures ” ovvero gli orecchini molto in voga tra le matrone. Anche la “Buccola” il bracciale a forma di cerchio è tra i monili apprezzati e veniva posto sia sul braccio che alle caviglie.  Infine le collane erano in oro ma potevano essere realizzate con la pasta di vetro, perle o corallo. Interessante sapere che fu proprio durante il periodo romano che nacque l’anello utilizzato ancora oggi come simbolo di fidanzamento.


Con la fine dell’impero si assiste alla nascita di una nuova era moderna il “Medioevo”. L’arte orafa in questo periodo subisce varie influenze diverse di stile i gioielli. Vengono così realizzati oggetti in stile bizantino decorati da gemme incise, smalti cloisonné’, filigrana e grani d’oro sulla superficie dei gioielli. Un altro stile molto in voga è il gotico dove i monili vengono realizzati da forme appuntite di cui ne erano costituite tutti gli edifici religiosi. Per ultimo lo stile di ispirazione per la realizzazione dei gioielli è quello rinascimentale che prende spunto dalla natura.

Per le donne durante il medioevo è molto usata la spilla costituita da un anello centrale con l’ago che aveva la funzione di chiudere i mantelli.


E ancora troviamo collane con ciondoli, orecchini, bracciali e gli anelli che venivano posti su tutte le dita. Molto richiesti dalle giovani nobili le tiare, i diademi e le coroncine soprattutto riservate durante le cerimonie. Mentre gli uomini nobili utilizzavano cinture, fodere per spade, speroni e spille.

Grande importanza e diffusione ebbero i gioielli religiosi. Tra cui i reliquari a forma di pendenti, il medaglione” agnus dei” realizzato in cera. Su questi era inciso il nome del Papa in carica. “E l’immagine dell’anello di Dio” molto usati anche i “Paternoster “archetipi degli attuali rosari. Fino al Medioevo i gioielli erano considerati oggetti di culto e di religione.

Con il Rinascimento il significato cambia e il gioiello viene utilizzato come ornamento e di ricerca nell’abbinamento degli abiti. C’è un nuovo fermento di idee e di stili diversi. Le donne si adornano di collane con pendenti arricchite di pietre preziose, rubini, diamanti e perle prediligendo anche gli orecchini espressione di bellezza e personalità.

Più avanti negli anni alla fine nell’800 con la scoperta dei primi giacimenti in Sudafrica questi preziosi divengono alla portata di tutti. E vi era la tendenza di mettere molto in risalto le pietre preziose. Tra la fine dell’800 e gli inizi del 900 in Francia si sviluppa un nuovo movimento artistico denominato “Art Nouveaux “o anche detto “stile liberty”, che influenzò le arti applicate l’architettura e l’arte figurativa.

Lo stesso ebbe anche molta importanza nella creazione dell’arte orafa. In un mondo, dove i gioielli vengono prodotti sempre più in serie, l’Art Nouveaux riporta sempre più al centro dell’attenzione l’artigianato artistico con uno stile più unico ispirato dalla natura. Farfalle, cavallette, rose, orchidee, gigli, api, pavoni serpenti, papaveri e libellule componevano l’immaginario bucolico dell’Art Nouveaux. Le pietre preziose venivano accostate anche a Gemme di minor valore. Non era più importante solo la preziosità delle pietre preziose e dei materiali di cui erano composti i gioielli ma la creatività dell’artista che le aveva ideati.

Purtroppo l’art Nouveaux, ebbe vita breve e il suo sviluppo fu interrotto bruscamente dallo scoppio del primo conflitto mondiale del 1914. L’Art Nouveaux tuttavia rimane il movimento che ha rappresentato il primo passo verso la modernità. Protagonista ne fu Renè Reliquie definito il più grande rivoluzionario e innovatore nella gioielleria dell’epoca.

Negli anni successivi si assiste ad un cambiamento e ad un alternarsi di mode ad esempio negli anni 20 molto in voga è la “collana satoir” lunga fino all’ombelico. Promotrice di queste collane, anche di quelle finte, è Coco Chanel. Oltre al classico abbinamento di gioielli in bianco e nero, nell’art Decò si assiste ad un’esplosione di colori. Zaffiri, rubini, smeraldi etc. vengono lavorati in combinazione tra loro e accostati ai diamanti e al platino. Negli gli anni 30 c’è un ritorno di esplosione della creatività. Vengono introdotte nuove figure nel campo dell’oreficeria quali l’incisore, lo smaltatore, l’incassatore.

Tornando ai nostri giorni il mercato dell’oreficeria ci offre una vastissima creatività di gioielli realizzati secondo il gusto e l’esigenza della clientela. Ma sempre con uno sguardo attento alla storia e agli stili del passato.

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