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Ultimamente mi sta capitando, e forse è meglio che non dico il motivo, di guardare cartoni animati, in rigoroso stile vintage e spesso anche in bianco e nero, come Braccio di Ferro con Bruto, che avevo quasi rimosso dagli anni 90, Daffy Duck, Tom e Jerry, forse anche qualcosa di Beep Beep e Willy il Coyote. Ma non ci giurerei. Parliamo di cartoons che hanno come dinamica un personaggio che vince sempre e la fa franca, mentre l’altro è preda di tutte le sfortune di questo mondo.

Braccio di Ferro, popolarissimo personaggio dei fumetti e dei cartoni animati, con il suo rivale Bruto.

E sicuramente non possiamo parlare di una carriera, anzi, di una vita, fortunata, per Domenico Pozzovivo. Nel Giro d’Italia che si è appena concluso è diventato il più anziano corridore a chiudere nella top ten della corsa rosa. Ma l’idea di questo articolo nasce molto prima, l’attualità ha solo velocizzato un processo che sarebbe stato solo più lento. Classe 1982, quasi 40enne, come Kaka, Adriano, Alberto Gilardino, Antonio Cassano, Thiago Motta, Marco Borriello, Philippe Mexes. Tutti calciatori, ma anche tutti ritirati da tempo.

Domenico Pozzovivo, uno dei migliori ciclisti degli ultimi 20 anni, messo a dura prova da una serie di infortuni

E ricordiamo che nel ciclismo è più difficile rimanere a lungo sulla breccia e di questo ne abbiamo parlato anche nell’articolo su Vincenzo Nibali. Pozzovivo arriva da Policoro, provincia di Matera, quindi Basilicata. Le storie delle persone delle piccole regioni dimenticate fanno sempre un certo effetto. Cosa che, invece, non è per il popolo che per anni ha continuato a ridere sui meme del Molise. Il Matera di pallavolo femminile è quello che ha vinto di più, ma dall’antica Lucania giungono anche Franco Selvaggi, Ciccio Colonnese, Luigi De Canio e, come non citare, Simone Zaza.

Ma veniamo alla sfortuna di Pozzovivo. O meglio, non solo della sua sfortuna, non è mica il ragionier Fantozzi. Dovrò essere freddo e sintetico, per far comprendere meglio lo scenario. Nel 2005 viene selezionato per la prima volta per il Giro. Entra nei primi 20, ma una caduta lo mette fuori gioco. L’anno dopo un infortunio al Giro del Trentino, con delle fratture alle costole, gli fa saltare buona parte della stagione. Nel 2009 parte benissimo, ottenendo una serie di ottimi risultati, ma la sua squadra dell’epoca, la Csf, non viene inviata al Giro. Nel 2015, alla corsa rosa, nella tappa da Rapallo a Sestri Levante, cade mentre affronta una discesa impegnativa, rimanendo a terra immobile. Pozzovivo subisce 27 punti di sutura al volto restando in terapia semi-intensiva per un giorno.

Dopo il grave infortunio, i medici hanno dichiarato a Pozzovivo che la sua carriera era finita.

La sfortuna sembra lasciarlo tranquillo per un po’. Nel 2018 viene chiamato per fare il gregario di Nibali al Tour de France. Un infortunio, come se non bastasse, lo mette ko e si deve ritirare. Ma il clou lo teniamo per il 2019. Durante un allenamento per le strade del cosentino in preparazione alla Vuelta, il ciclista lucano viene investito frontalmente da un’auto che invade la sua corsia di marcia. Diagnosi implacabili. Fratture a un braccio in più parti, una gamba, una mano e diverse costole, oltre a pneumotorace e versamento epatico. Subisce otto interventi chirurgici per scongiurare l’ipotesi di protesi all’arto, e conclude, ovviamente, anzitempo la propria stagione ed è praticamente costretto a lasciare la Merida.

I medici gli dicono, senza mezzi termini, che il ciclismo per lui rimarrà solo nei ricordi del passato. Ma la forza interiore e la determinazione sanno andare oltre la medicina e così Pozzovivo non ci pensa due volte a tornare in sella e tornano anche gli infortuni. Anche nel 2020 è costretto al ritiro dal Tour de France per un problema fisico, cosa che avviene anche al Giro 2021. Mi stavo dimenticando. Non è che il Giro appena terminato sia stata tranquillo. Sulla discesa del Mortirolo, Domenico cade a terra e chiude con molto ritardo dai diretti concorrenti e limitando un piazzamento ancora migliore in classifica.

Jay Hindley, 26 anni. E’ stato il primo australiano a vincere il Giro d’Italia

E non vogliamo dimenticare certamente i suoi risultati: per sette volte nella top ten del Giro d’Italia, per tre volte tra i primi 10 della Liegi-Bastogne-Liegi, oltre a successi di tappa in molte corse di livello nazionale. Ovviamente non stiamo parlando di uno dei ciclisti con il palmares più importante della storia. Ma chissà quanti campionissimi del passato avrebbero fatto meglio di Pozzovivo se avessero avuto tutta questa serie di peripezie…

Giulio Ciccone, 27 anni. Considerato uno dei migliori italiani per i prossimi anni

Il lucano, però, è nella sua fase matura della carriera e l’Italia ha bisogno di nuovi campioni, per far tornare la bicicletta nell’immaginario comune del Paese. Durante il Giro la speranza è stata viva per tre settimane. Gli appassionati hanno gettato tutte le fiches su Giulio Ciccone, non un giovane ma un elemento di valore e che può esplodere. Sicuramente un prospetto di valore, ma bisogna evitare l’errore del genitore che getta tutte le sue aspettative sul figlio, perché lui non è riuscito a diventare un campione. Non dobbiamo farci prendere dalla frenesia di pretendere troppo da Ciccone o farlo diventare il nuovo Pantani se dovesse dare qualche segno buono.