“Una canzone cliché” di Elena & Francesco Faggi è una canzone che ci trascina in una riflessione profonda e orecchiabile sulle abitudini, i cliché e la leggerezza della vita quotidiana. La canzone cattura perfettamente il sentimento di trovarsi intrappolati in una routine, sia nella musica che nella vita di tutti i giorni.

Com’è nata la vostra passione per la musica e quali sono gli artisti che hanno maggiormente influenzato il vostro percorso artistico?

La nostra passione per la musica è nata quando eravamo piccoli. I nostri genitori ci portavano a lezione di musica (Francesco pianoforte e io violino). Abbiamo poi approfondito il canto e parallelamente la recitazione e la danza (studiando musical). Più tardi abbiamo iniziato a scrivere canzoni. Francesco, in particolare, ha iniziato anche a fare arrangiamenti/produzioni e si è laureto in pianoforte jazz. Il nostro progetto musicale e percorso artistico si è sempre mosso su due binari, come artisti solisti e in duo (in una sorta di “featuring speciale”). Sicuramente gli artisti che ascoltiamo fin da piccoli hanno influenzato il nostro modo di scrivere e comporre, ad esempio i Queen e Michael Jackson, ma anche Ed Sheeran, Bruno Mars e Justin Timberlake. Per il resto, siamo molto appassionati della musica Pop/R&B.

Quando avete iniziato a sentire la necessità di raccontare la vostra vita in musica?

Elena: Ho iniziato a sentire questa necessità a 15 anni, quando ho scritto la mia prima canzone. Può sembrare banale ma è stato perché mi ero innamorata per la prima volta e sentivo il bisogno di esprimere e mettere in musica quelle emozioni, e da lì ho scoperto il modo più spontaneo e autentico che conosco per descrivere quello che provo. Prima lo facevo principalmente per me stessa, ora invece il mio fine è anche quello di essere la voce di un’amica che fa sentire capiti e inclusi chi mi ascolta, cercando di esprimere in musica emozioni non sempre facili da spiegare.

Francesco: Ho iniziato a scrivere quando andavo in montagna a 12/13 anni. Lo facevo per dare messaggi motivazionali in primis a me stesso, e poi per scrivere canzoni alle ragazze. Ora che lo faccio per davvero la mia “mission” è cercare in modo più consapevole di dare voce ai sentimenti e alle sensazioni che sono parte di ognuno di noi, affinché molte persone si possano identificare in quello che scrivo.

Qual è il vostro primo ricordo legato alla musica?

Elena: Il mio primo ricordo legato alla musica è quando la mattina nostro papà mentre ci accompagnava all’asilo metteva in macchina le canzoni dei Queen, e noi le cantavamo inventandoci le parole.

Francesco: Il mio primo ricordo invece è quando, da bambino, in viaggio per andare in vacanza (non ricordo dove), in macchina ho ascoltato “How to save a life” dei The Fray, una delle prime canzoni che hanno smosso qualcosa dentro di me.

Parliamo del vostro nuovo singolo. Quali sono i temi trattati e cosa vi ha spinto a scegliere questo titolo?

Abbiamo scelto il titolo “Una canzone cliché” perché quando abbiamo scritto questo brano, riflettevamo su come spesso ci accontentiamo di ascoltare le solite “canzoni cliché”, quei tormentoni che alla milionesima volta che te li fanno ascoltare, ti ritrovi a cantare anche tu. Questa riflessione può essere estesa anche alla vita in generale, viviamo ormai di routine e cliché che la società ci propone. La domanda che ci poniamo in “Una canzone cliché” è: ci accontenterà per sempre vivere così? Perché è tutto perfetto, finché sembra perfetto.

Come artista, quanto è importante la ricerca e la sperimentazione di nuove sonorità?

Beh è fondamentale, ai fini di raggiungere la propria autenticità e di evolversi ogni volta nel tempo.

Qual è l’insegnamento più importante che avete appreso fino adesso dalla musica?

Forse la cosa più importante è non dimenticarsi mai il motivo per cui si è iniziato a fare musica, perché poi nel tempo, inquinati dalle ansie e dalle lacune del settore, si rischia di spostare il focus su obiettivi più egoriferiti piuttosto che basati sul voler dare qualcosa alle persone.

Qualche novità che volete condividere, in anteprima, con i nostri lettori? 

Sì, a breve uscirà “On the low”, una canzone in inglese che abbiamo scritto come colonna sonora del cortometraggio di Gianfranco Boattini “Tre ragazzi”, che recentemente ha vinto al Not Film Fest.

Di seneci