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Presso la Galleria Sempione  a Roma in questi giorni si è tenuta la mostra personale di pittura dell’artista Davide Romanò.Arte viva”, che “al segno e alla traccia accompagna il racconto”, infatti ogni opera viene impreziosita dai suoi versi. Tramite il QR code posizionato in prossimità di ogni quadro si accede ad una diversa dimensione artistica, che accresce l’esperienza del visitatore. Un itinerario di racconti pittorici in un’atmosfera cupa, nella quale, tra le infinite ridondanze, emerge una speranza.

La sua pittura è fatta di tratti cromatici decisi, colori accesi, figure ripetute, che si avviluppano su se stesse, verso un particolare distintivo: una figura umana appesa ad un palloncino, un aereo o una barchetta di carta, due corpi abbracciati, un aquilone.

Sul suo sito Davide si nasconde sotto un cappello di feltro, lasciando emergere solo qualche sbuffo dei suoi capelli ondulati e la sua barba. Parla di se stesso: “Mi guardo allo specchio ogni mattina, la mia immagine non ritarda mai, è lì ogni volta, mi aspetta, simile ma ben diversa dalla proiezione della mia mente. In fondo anche lei mente ogni volta: quella forma di luce riflessa è già persa, ma non me ne accorgo. Il tempo in fondo è un sogno”. Misterioso giovane trentenne originario di Cantù, altro non dice e si cela dietro un velo, lasciando a noi di svelare l’enigma, davanti ad ogni suo quadro, leggendo ogni sua poesia.

Una buona scelta per la Galleria Sempione Arte, diretta da Stefania Pinci e Mario Borgato (nella foto in evidenza), sempre attiva con nuove iniziative per valorizzare nuovi e interessanti artisti.

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