Nello Mascia è il protagonista di “A che servono questi quattrini?” di Armando Curcio, al Teatro Biondo con la regia di Andrea Renzi: una divertente commedia, attualissima, sulla dannosità del denaro.

Debutta martedì 7 febbraio alle ore 21.00, nella Sala Grande del Teatro Biondo di Palermo, la commedia “A che servono questi quattrini?” di Armando Curcio per la regia di Andrea Renzi, con Nello Mascia, Valerio Santoro, Luciano Saltarelli, Loredana Giordano, Fabrizio La Marca e Ivano Schiavi.

Le scene dello spettacolo, prodotto da La Pirandelliana sono di Luigi Ferrigno, i costumi diOrtensia De Francesco e luci di Antonio Molinaro.

Repliche fino al 12 febbraio.

“A che servono questi quattrini?”, andata in scena per la prima volta nel 1940, è una delle più
divertenti commedie del repertorio italiano, al cui successo contribuì anche la successiva
versione cinematografica del ’42 interpretata da Eduardo e Peppino De Filippo.

La vicenda ruota intorno al Marchese Parascandolo, detto il Professore, che ordisce un piano
paradossale per dimostrare le sue teorie, bizzarre e controcorrente, sull’inutilità del denaro.
Siamo in Italia alla vigilia della II Guerra Mondiale e il mondo post-capitalistico dell’alta
finanza è di là da venire, ma l’argomento, così esplicitamente indicato nel titolo, si rivela
sorprendentemente attuale. Il protagonista immaginato da Amando Curcio, a metà strada tra
un filosofo stoico e un astuto truffatore, non vuole mirare al bersaglio della Grande Economia,
ma certo l’ordito delle sue paradossali speculazioni sollecitano in noi uno sguardo
disincantato (e saggio) sugli inganni dell’universo finanziario che oggi tutto pervade.
Il Marchese offre tutto il suo appoggio, dando il suo sostegno speculativo, a Vincenzino, ricco
solo del suo entusiasmo e della sua ingenuità, e lo aiuta a capovolgere il suo destino di ultimo
accompagnandolo in una rapidissima ascesa sociale. Una favola? Un sogno ad occhi aperti?
Può darsi, ma i temi dell’inutilità del denaro e della “dannosità” del lavoro, benché calati nella
realtà di due famiglie napoletane degli anni ’40, una poverissima l’altra in apparenza
arricchita, riescono, sul filo del paradosso, a divertirci stimolando una riflessione sui nostri
tempi.

Bolle finanziarie, truffe internazionali, fallimenti di colossi bancari, tassi di interesse
sproporzionati, spread e fiducia nei mercati sono “slogan” e ridondanti informazioni invasive
cui ci siamo abituati e che, per la maggior parte di noi, indicano situazioni fumose e di oscura
interpretazione. Spingendo sul parossismo del gioco teatrale, grazie alla variegata comunità
coinvolta nello stravagante piano del Marchese Parascandolo, si può, con leggerezza e ironia,
relativizzare il potere dei “quattrini”, totem indiscusso, che tutto muove oggi come allora.

Per ulteriori informazioni:

Ufficio Stampa Teatro Biondo di Palermo
Roberto Giambrone – r.giambrone@teatrobiondo.it
Rosa Guttilla – r.guttilla@teatrobiondo.it