Barbara Dalla Villa, “Sorrisi a stelle e strisce”, Festina Lente Edizioni, Ferrara
di Maddalena Menza
Sorrisi a stelle e strisce edito da Festina Lente , è un libro sicuramente molto lontano da noi e dal nostro modo di vivere ma costituisce motivo d’interesse per il lettore di oggi perché permette di affacciarsi su un mondo umoristico, quello americano, a cavallo tra XVIII e XIX secolo , a noi pressoché sconosciuto.
Il libro è costituito da una serie di racconti umoristici di autori americani anche famosissimi come il celebre
Mark Twain o Nathaniel Hawthorne , selezionati e tradotti da Barbara Dalla Villa, docente d’inglese, traduttrice e lettrice compulsiva ma anche viaggiatrice , clown nelle corsie d’ospedale, affascinata dalla cultura inglese.
Nasce su commissione ma anche dal fascino che Barbara Dalla Villa prova verso l’umorismo americano che fa esplorare al lettore delle forme di racconto umoristico di un’immensa giovane nazione in un periodo in cui, come la traduttrice stessa scrive “le stelle e strisce sono ancora fresche di stampa” in una terra gli Stati Uniti d’America, nuova e ricca di libertà e possibilità ma anche piena di avversità e ostacoli , popolata da tipi originali e sorprendenti, nel solco della tradizione anglosassone, che mettono in evidenza tutti questi elementi con una scrittura ironica e leggera.
La modalità del racconto, del resto, nasce dalla differente vita degli americani che si spostano frequentemente e quindi non sono in grado di seguire le avventure dei loro eroi (quasi sempre uomini perché le donne sono relegate a figure di contorno o stravaganti ) sui periodici in modo costante .
“La forma d’intrattenimento diversa , da consumare in tempi più rapidi, più brevi, che non richiede continuità, e il cui scopo è fornire leggerezza e svago al termine di una giornata difficile. Possiamo quindi immaginare viaggiatori (singoli o più frequentemente in carovane ), che, al termine di una faticosa giornata di spostamenti si riuniscono intorno alla luce di una candela o al fuoco di un bivacco e leggono o raccontano brevi storielle senza particolari pretese artistiche. E’ così che si sviluppa il racconto breve”.
Questo si legge nell’introduzione a cura di Barbara Dalla Villa che ha scelto tra i racconti quelli più sorprendenti e originali, insoliti e ironici e così il libro costituisce un viaggio divertente e particolare nel mondo statunitense del secolo scorso, restando tranquilli nella propria stanza.