Le campane tibetane sono strumenti rituali utilizzati fin dall’antichità dai monaci buddhisti.

Nei monasteri tibetani, immersi nel silenzio più totale, esse favoriscono la meditazione, ed aiutano ad accordare le sfere celesti con la dimensione terrena. Questi particolarissimi generatori di suono (che non è affatto sicuro provengano dal Tibet) sono in grado di produrre vibrazioni, armonie e frequenze che riaccordano i chakra e gli organi del corpo, rigenerandone il quantico energetico vitale. Inoltre, inducendo rilassamento e pace che arrivano nel profondo di chi ascolta, guidano verso stati di meditazione.

Per avere queste azioni così potenti su psiche ed organismo, le campane tibetane devono essere costruite con criteri unici e raffinati.

Esse sono delle ciotole costituite da una lega di sette metalli, ognuno dei quali è in connessione con il Sole ed altri sei pianeti del sistema solare, precisamente quelli che fungono da ponte tra noi umani e l’universo.

 “La natura insegna che più gli elementi costitutivi di qualcosa sono tra loro in armonia e risonanza, più quella cosa è forte e potente.” (Vittorio Marchi – fisico)

Gli antichi saggi, infatti, conoscevano bene le proprietà dei minerali e dei metalli e le loro specifiche corrispondenze con i pianeti. I sette metalli utilizzati, sono la rappresentazione delle forme in cui si manifesta l’energia nella Natura, secondo l’Alchimia, cioè quel complesso sistema di conoscenze pratiche, filosofiche ed esoteriche risalente all’Egitto del 1° secolo d.C. Secondo tale conoscenza, i suoni prodotti dalle campane tibetane contengono la chiave della totalità del mondo manifestato. Più precisamente, in una sola ciotola armonica abbiamo l’informazione della totalità del sistema.

La loro realizzazione artigianale è molto lunga, complessa e faticosa. Nei rudimentali laboratori ancora esistenti (in Nepal, ad esempio) che ancora mantengono la tradizione antica, si lavora assemblando varie lastre di metallo. Si percuotono ad arte con pesanti martelli e, alternativamente, si forgiano nel fuoco di primitivi camini, per ammorbidirle e renderle più lavorabili. E’ un processo che ha un che di miracoloso e affascinante.

I metalli di cui le campane tibetane sono costituite sono:

  • ORO  (Sole)
  • ARGENTO (Luna)
  • MERCURIO (Mercurio)
  • RAME (Venere)
  • FERRO ( Marte)
  • STAGNO (Giove)
  • PIOMBO (Saturno)

Il numero sette, numero perfetto, come sappiamo ricorre frequentemente nella composizione e armonia dell’universo (pensiamo solo ai giorni della settimana e alle note)

Ma cosa sono in grado di “fare” queste magiche ciotole?

Il fenomeno “suono” è la risultanza-piuttosto complessa- di vari elementi (altezza, intensità, timbro, durata) da cui sgorgano le cosiddette armoniche (o suoni armonici), generati da conseguenti reazioni fisiche dei corpi in vibrazione, che generano altri suoni di risultanza.

Nelle campane tibetane la ricchezza degli armonici è prodotta dalla loro forma e dalla somma delle diverse vibrazioni dei singoli metalli. Questi armonici sono particolarmente potenti ed in grado di raggiungere la profondità dei tessuti cellulari nella loro componente acquosa e solida, modificandone (in senso benefico, ovviamente) l’equilibrio bio- energetico.

Le ciotole vengono fatte vibrare mediante batacchi di legno che vengono strofinati sulla circonferenza del bordo. Ogni ciotola produce un suono fondamentale e la serie di armonici che corrispondono a questa frequenza.  Le vibrazioni generate avvolgono la persona in un vero e proprio “bagno sonoro”, all’interno del quale i sistemi conscio e inconscio  vengono sollecitati nel profondo. Si ha la sensazione di entrare in una dimensione fuori spazio e tempo, molto piacevole.

E’ evidente che l’utilizzo di questi potenti strumenti terapeutici naturali, va fatto da un operatore ben preparato, per evitare di creare squilibri, anziché benefici.

L’argomento è infinito e complesso e volutamente mi fermo qui.

Questo articolo rappresenta un piccolo punto, un’apertura verso un mondo davvero infinito, un umile seme. Il tema è impossibile da trattare in modo semplice, veloce e fruibile per tutti. Ho voluto solo indurre curiosità in coloro che non hanno ancora cognizione di questo immenso, affascinante universo di terapia che è rappresentato dalle vibrazioni, dai suoni o anche dai ritmi e danze ancestrali.

Credo fermamente che questi tipi di cure siano il nostro avvenire. Soprattutto dopo le ultime, tristi, vicende sanitarie, in cui la fiducia nei medici, nei farmaci e nella medicina tradizionale ha vacillato e vacilla pericolosamente. Stare bene significa prima di tutto mantenere il proprio benessere il più possibile, attraverso pratiche conformi alla nostra natura-base. Intervenire quando tutto si è alterato “tappando i buchi” e con metodi tutto sommato aggressivi per il nostro organismo, è obiettivamente errato, tardivo e poco funzionale. Dobbiamo invertire la logica, non dimenticare mai che siamo un “uno” fatto di mente e corpo.

Lo sappiamo solo in teoria, ma non lo applichiamo nella pratica di vita, o almeno non abbastanza.

I tempi sono ormai maturi per un vero e proprio ritorno al passato e ai punti fondanti la logica universale, di cui siamo, inesorabilmente (e meravigliosamente), parte.

Di Rima