Che questo 2023 abbia un colore chiaro e definito, l’azzurro di Napoli, è ormai evidente a tutti.

Il momento d’oro della città baciata dalla Sirena Partenope è sfociato in più derive: serie tv, film, trasmissioni televisive. E ovviamente la musica, tanta musica, che mai potrà mancare nella città della canzone italiana per antonomasia. Claudia Megrè con il suo nuovo singolo parlami in napoletano (in uscita venerdi 13 ottobre per NyNa City 91 Records / Distribuzione Fenix Music) pone un omaggio che fa riflettere su questo bilinguismo della nostra cultura.

La culla della canzone per il nostro Bel Paese è una metropoli baciata dal sole e dal Mare, che parla con una sua lingua. Anche volendo illudersi di poter evitare la frase “Il napoletano non è un dialetto, bensì una lingua”, ci si ricasca sempre. Lo hanno spiegato in più modi i grandi nomi quali Totò, De Filippo, Troisi, Pino Daniele, spaziando per ogni forma d’arte, teatro, cinema, letteratura e appunto musica.

E proprio come hanno dimostrato molti illustri padri della cultura partenopea, ciò che il lessico napoletano riesce a esprimere, per timbrica, sonorità, ritmo e uso di neologismi, è un valore aggiunto rispetto alla lingua italiana.

Claudia Megrè gioca sul termine di paragone, proponendo il suo omaggio parlami in napoletano con un bilinguismo intelligente. La canzone è principalmente in italiano, con accenni di lingua partenopea.

Claudia, cantante ed autrice, torna con nuova musica, trovando linfa vitale a partire dalle sue radici napoletane, e lo fa in modo non banale. Fondamentale in questa ripartenza è stato l’incontro con il cantautore, musicista e produttore Antonio De Carmine Principe (Principe & Socio M.) coautore, arrangiatore e produttore del brano.

Una conoscenza che riporta agli esordi di carriera per la giovanissima cantautrice, quando accompagnata dal papà calcava i primi palchi, mentre principe era reduce dal festival di Sanremo.

Il brano è il frutto della loro collaborazione e prodotto dall’etichetta NyNa City 91 Records (New York/Napoli), che Antonio De Carmine ha fondato insieme a Victoria Mellon e Giuseppe Corvino.

 

IL SINGOLO «parlami in napoletano»

Un grido disperato che si fa canzone.  La storia di una storia che muore non può che risuonare così.

Se tanto ormai non siamo più noi recita uno dei primi versi.  Parlare al plurale è il senso stesso delle nostre vite. Perché si può anche vivere la vita al singolare, con la consapevolezza però di essere da soli.

“Parlami in napoletano: inaspettato, come i regali più belli che la vita ti riserva, mi sono ritrovata in un vortice di emozioni e ho ripreso a danzare tra nuova musica e parole”. Così dichiara l’artista napoletana, con una dose di ottimismo nonostante il tema del brano che deriva proprio dalla capacità di esorcizzare il dolore, come solo l’arte sa fare. La continua oscillazione tra italiano e napoletano è la forza stilistica del pezzo. Il napoletano enfatizza, sottolinea con una sonorità che nemmeno la lingua italiana racchiude. La musica riecheggia nella scelta lessicale: pop che strizza l’occhio alla canzone napoletana senza essere di fatto tale. La coerenza, lo stile, un omaggio alle proprie radici senza retorica, riflettendo anche sulla pluralità del multilinguismo. Senza poi dimenticare che la lingua che rende tutto comprensibile per ogni generazione, per ogni tempo, per ogni stile, è sempre e solo una: la musica.

Il singolo è anche un videoclip per la regia di Daniele Tofani con l’Organizzazione Bad Boss Production e con la produzione esecutiva di Francesco Stoia, prodotto NyNa City 91 Records.

Di Elle M