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di Ester Campese

Il fenomeno delle pin up non si è manifestato a caso, ma fu scientemente divulgato a partire dal conflitto chiamato inizialmente “guerra europea”, iniziato nel 1914 che coinvolse successivamente (dal 1915) anche l’Italia, la Gran Bretagna, gli Stati Uniti ed il Giappone, divenendo il primo conflitto mondiale. Il termine “pin-up” identifica un genere di ragazze sorridente ed ammiccante in abiti scollati e succinti ma mai volgari, talvolta in costume, in un perfetto equilibrio tra seduzione, femminilità, gioco ed ingenuità. 

Lo scopo delle immagini delle pin up, letteralmente “da appendere” (tra poster e calendari) era quello di indurre gli uomini ad arruolarsi attraverso questi “incoraggianti visioni grafiche”. 

Tale fenomeno fu talmente un successo trascinante, dagli anni 20 in poi, da esplodere e giungere fino al cinema e al teatro, fino ai giorni nostri (con il Burlesque) con attrici che ben ne hanno incarnato lo spirito come Marilyn Monroe i cui esordi furono come modella, ma anche Rita Hayworth nei panni di Gilda e non solo. La pin-up più famosa di tutte fu senza dubbio Betty Page, icona ed emblema non solo della bellezza fisica, ma anche di una esplosiva e spontanea femminilità.

L’arte non poteva essere insensibile a tale fascino e ci sono stati infatti innumerevoli pittori e grafici che fermarono le immagini di queste sorridenti e prorompenti pin up, attraverso i loro dipinti tra cui Vaughan Alden Bass artista di Chicago che iniziò la sua carriera a metà degli anni ’30 e che negli anni 50 creò Wonder Bread Girl modellandola su sua figlia.Tra i più produttivi artisti, nel decennio 1940-1950, dedicatisi al genere delle pin-up, ritroviamo Peter Driben, la cui carriera si espanse nella pubblicità con il suo trasferimento a New York alla fine del 1936.  Probabilmente i suoi lavori più celebri sono i poster e le illustrazioni pubblicitarie create per “The Maltese Falcon”, un film noir del 1931, tratto dal romanzo di Dashiell Hammett.

Tra le artiste donne vogliamo ricordare Zoë Mozert, pseudonimo di Alice Adelaide Moser, un’illustratrice americana degli inizi del XX secolo. Nel corso della sua carriera ha dipinto centinaia di copertine, riviste e poster di film, ritraendo spesso lei stessa in qualità di modella, attraverso l’uso di specchi per catturare la posa desiderata.

Tra i pittori americani specializzatosi nel raffigurare le pin-up vi è anche Rolf Armstrong, forse tra i più noti, nato a Seattle nel 1899, si trasferì a Chicago nel 1908, dove studiò all’Art Institute, poi a New York e Parigi.

I suoi lavori negli anni 20 e 30 apparvero su molti spartiti musicali e copertine di riviste, in una combinazione di bagliori splendenti che rappresentano perfettamente i movimenti della prima metà del XX secolo.

In questa carrellata non possiamo infine non menzionare Edward Runci, pittore di origine italiana.

Trasferitosi in America negli anni 30, divenne noto dopo la seconda guerra mondiale non solo per i suoi dipinti di ragazze pin-up ma anche come fine ritrattista dell’élite Hollywoodiana e per pubblicità di grandi aziende come Coca-Cola.