Kheyre Yusuf Abukar Issak, italo/somalo, giovane, bello, di energia vitale fresca e colorata. Si firma Il Barone Lamberto e oggi approda ad un nuovo disco di una potenza lirica importante: è un cantautore Kheyre, un cantautore a tutti gli effetti vista l’arte che ha di sagomare ogni parola, il suo suono, la sua forma. È un rapper raffinato di quelli che sanno mescolare al flow soluzioni melodiche che ricordi, che senti vincere. È un esteta questo baronetto, un artista anche del costume, della scena, delle allegorie. E questo nuovo disco dal titolo “Bravo” lo dimostra a pieno. E questa bella intervista che segue lo dimostra a pieno.

Il nuovo disco de Il Barone Lamberto: una somma del cammino fatto fino ad ora?
Fare tesoro delle esperienze è importante, non ci piove! In questo disco però avevo voglia di andare verso “territori inesplorati” almeno da me.

Chi sei o chi sarai… o chi sei stato… cosa troveremo dentro questo disco?
Dentro l’album ci sono sicuramente riferimenti a temi e sonorità che avevo già affrontato in passato ma c’è soprattutto del nuovo. Mi piace buttare tutto nel mio personale frullatore per poi cercare di dare forma e senso a quel che ne esce. In generale sono uno a cui piace concentrarsi sul presente, col passato tendo ad essere tenero e scettico rispetto al futuro. Una punta di speranza però la metto sempre.

Per chi ti sta conoscendo in questo tempo deve sapere che sono diversi i moniker che ti sei portato dietro. Approdi a Il Barone Lamberto come e quando?
Il mio ultimo pseudonimo nasce più o meno nel 2017, dalla volontà di non essere più quella banderuola artistica che ero stato in precedenza e di portare avanti un nome e un discorso con coerenza e perseveranza. Purtroppo in passato ho cominciato ed abbandonato diversi progetti, sempre miei, e non ho saputo/potuto portarli avanti. Con il Barone Lamberto la faccenda però è diversa, era ora di crescere, in tutti i sensi!

Il suono del disco non sembra aver fretta e fame di innovazione. Lo trovo però assai maturo. Composto. Assolutamente efficace. Ce ne parli?
Conscio dei corsi e ricorsi della storia musicale non sento, per così dire, il fiato sul collo della modernità. So bene che in giro ci sono artisti e sonorità molto proiettati nel futuro ma so anche che nel passato ci sono cose incredibilmente attuali ed “evergreen”. Non mi scapicollo per stare al passo, se c’è qualcosa nell’attuale che mi piace e può essere utile al mio “discorso” lo uso ma non voglio diventare schiavo di mode passeggere. Io scrivo e compongo moltissimo. Pubblico solo una piccolissima parte della mia produzione e il mio intento è sempre quello di comunicare. Mi spingo oltre, spero di scrivere anch’io, prima o poi, un brano che possa diventare in qualche modo un evergreen.

E restando sul tema voglio dirti che trovo grande personalità dietro ogni angolo del disco… la trovo soprattuto nel modo che hai di vestire e caratterizzare i personaggi e gli ingredienti narrativi di ogni brano in modo di verso. Pensi di averla trovata la tua personalità o la stai ancora cercando?
Intanto ti ringrazio molto per le belle parole che hai usato nei confronti della mia musica. Per risponderti, credo, non tanto di aver trovato la mia personalità, piuttosto credo di averla infine accettata! Come nel brano HO FATTO PACE, la mia è stata più che altro una presa di coscienza delle mie caratteristiche, nel bene o nel male. Per scomodare Shakespeare: “Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere.”