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Al rock chiediamo non solo l’elettronica moderna ma anche stilemi antichi che di certo, almeno in questo caso e per il palato buono dei nostalgici, si fanno appena più sottili dal sapore inglese invece che massicci come un bel crossover americano. Dunque distorsioni si ma composte per quanto scure più del dovuto (per restare dentro le abitudini inglesi) e il drumming deciso e assai pop(olare) nelle soluzioni. E poi quel sex appeal di dinamiche taglienti piuttosto che quel fare estetico accattivante “definito ai bordi” (come direbbe il saggio fumettista). Insomma la formazione campana dei Black Whale fa il suo esordio con un Ep come “Spaceship” che davvero mescola l’apocalisse alle sospensioni distopiche di nuove ere. Che anche il tema portante di tutto certamente è questo…

Si parla sempre più spesso di distopica e di futuro in mano alle macchine. Secondo voi perché?
È una tendenza molto forte che vive da che ne abbiamo memoria. Ci poniamo questa domanda perché le macchine sono parte costituente del nostro immaginario e delle nostre vite reali e virtuali.
Il problema principale delle nuove tecnologie è sempre l’utilizzo che se ne fa. Immaginiamo e speriamo che in futuro saranno sempre gli uomini a fare la differenza trasmettendo il bene attraverso strumenti nuovi.

Ascolto “Spacheship” e penso a “Blade Runner”. Esiste per caso una connessione?
All’interno dell’ep c’è “Machine”, un singolo che si lancia letteralmente nello spazio con un video in animazione 2D realizzato da QuepodLab. Il protagonista è un cyborg, che non sa di esserlo. Il collegamento che si può leggere è nella domanda di Philip K. Dick “Gli androidi sognano pecore elettriche?”.

Che poi posso dirvi che il suono è assai troppo rock in senso vintage del termine per regalarmi una sensazione di futuro? Cosa ne pensate?
Il richiamo vintage soprattutto nel Rock moderno non è mai tramontato. Ci piace pensare che anche nello spazio e nel futuro la musica e il rock ricerchino sempre quella sfumatura, quel sapore valvolare, che resta e resterà intramontabile. È sicuramente una visione più romantica che futuristica, ma chi lo dice che nello spazio non si può ascoltare Neil Young in vinile?

Dal vivo i Black Whale che storia stanno scrivendo?
Il concetto di musica dal vivo è diventato molto complesso, soprattutto per le band emergenti.
Per il momento tutto passa dai social, in teoria la pubblicazione di un live in studio quasi sembra avere la precedenza sul proporsi ai club per farsi conoscere, soprattutto da chi i live li organizza.
In questo periodo stiamo scrivendo delle canzoni nuove con delle forti novità. Dopo questa fase ci dedicheremo alla dimensione live.