Poeta e drammaturga Antonella Pagano porta in scena il 18 novembre prossimo al Teatro di Documenti di via Gabaglia 42 in Roma – la sua: “Eva e la minestra del paradiso”, un classico contemporaneo.

Dopo la prima del 20 gennaio al Teatro Impero-Guerrieri della multimillenaria Matera, sold out, e dopo il sold out del Teatro Ghione in Roma, la riduzione teatrale del libro “Eva e la Minestra del Paradiso”, un classico contemporaneo di Antonella Pagano (Armando Curcio Editore) plana nel Teatro di Documenti fondato da tre grandi intellettuali italiani: Damiani, Sinopoli e Ronconi e, come nella migliore tradizione teatrale, l’Opera della Pagano è figlia d’un’Opera letteraria.

L’unicità assoluta, e l’assoluta bellezza del Teatro di Documenti sposa la parola colta che incontra la singolare ed elegante voce della poeta Antonella Pagano e la musica colta che le mani del Maestro Daniela Brandi fanno magicamente uscire dal pianoforte finchè la magìa si completa con il “Paesaggio sonoro” della musicista argentina M° Jaquelina Barra.

Insomma, la preziosa veste tipografica del libro si riversa dentro le sale del Teatro di Documenti, uteri morbidi, plastici, avvolgenti, color dell’avorio lievemente ambrato. E’ così che si celebra lo sposalizio tra epica attoriale ed epica musicale che comporranno quella materia favolistica che sa farsi anche multimediale e romanzata con sapiente pedagogia per la migliore contemporaneità.

La Pagano, in scena, è protagonista d’uno sdoppiamento voluto non in quanto alterazione dell’identità, né rottura della coscienza, piuttosto pensato a suggestivo rinforzo della persona-attore. E in tutto quanto colma l’utero maggiore del Teatro scavato nel Monte dei Cocci a Roma la poesia s’insinua prepotentemente e “angelicamente” a elevare i significati profondi sia dei personaggi che della Ricetta che, con intrigante presunzione, è detta del “paradiso”; un paradiso che effluvia dai fumi, dai veli e dalle musiche tutte originali e rigorosamente dal vivo, composte dall’eclettica Pagano e dalla pianista Daniela Brandi.

Musiche e sillabe che la Pagano racconta come antico aedo da diversi decenni accompagnandosi con mille campanelli, seduta su nuvole di tulle. Liriche, prose, filastrocche e poemi-poesia dei territori fisici e dell’anima, i suoi RITIPOETICI. “Amar la vita è follìa” è l’aria per soprano -il cui testo fa sintesi della storia e si eleva quale virtuoso inno alla vita.

L’io e il mondo sono l’infinito territorio del confronto tra la poeta e il suo doppio: Paolina, nobildonnattrice, nel metaforico “Teatro del Mondo” mosso dal pluriblasonato Capocomico Venceslao Storm, interpretato dall’attore di lungo e luminoso corso, Vincenzo Bocciarelli – divinità normante, talvolta tonante, altre volte intimidita dall’effervescenza di Paolina.

Tessitura intrigante in crescendo grazie alla presenza di Jaquelina Barra, sacerdotessa del Paesaggio sonoro nel quale gli inusitati suoni sanno evocare la sostanza del raffinatissimo eros che lastrica l’intero percorso del libro e della pièce, mentre il CIBO, insospettabilmente, si fa protagonista della storia; CIBO vero, Cibo metaforico e Cibo simbolico. Cibo realtà economica e antropologica d’alto profilo, in ispecie in Italia, cibo prediletto dai grandi della letteratura e della storia, cibo rituale, cibo per diletto e cibo di-letto tra prosa e poesia viaggianti entrambe dentro l’accattivante gioco delle ricette che fin nel nome hanno l’x factor teatrale.

La Eva? E’ il mistero del Principio femminile che nutre il testo e si confronta col divino Capocomico e con la Sacerdotessa per iniettar bellezza nell’oggi supererotizzato ed espoliato dell’eleganza, vieppiu’ della raffinatezza; l’oggi della miserrima genitalità vincente sulla soccombente sublimità dell’Eros forza creatrice.

Quindi il suono del Silenzio e il fascino del Mistero -sovranissimi MAESTRI- che molti umani hanno bandito dalla vita prediligendo assassini nihilismi e individualismi- danzeranno nell’aria magica della stratificazione della storia dentro la quale attori e pubblico si muovono e vivono.

Le voci liriche sono di Fravja Matmuja e Valdrin Gaashi mentre i danzatori sono Laura Amadei e Simone Salerno. La ricetta? La darà il pluriblasonato Venceslao Storm? La poeta pur Paolina? O la sacerdotessa del sonoro paesaggio? La pièce è prodotta dell’Associazione APS “La Tenda dell’Abbraccio”, di cui è fondatrice e presidente Antonella Pagano.