Filippo Quaranta, in arte Nepo, espone per la prima volta le sue opere

Le sue opere consistono in “manifesti pubblicitari lacerati”, scomposti e riassemblati con nuovi significati, paragoni, metafore, confronti. Sono questi gli elaborati di una nuova arte urbana che sfrutta le modalità comunicative immediate della pubblicità e della carta stampata.

Uno studio ironico di accostamenti irriverenti e un approfondimento che mette in correlazione emozioni differenti sviluppate grazie a contesti multipli.


Come Mimmo Rotella nel 1952 anche Nepo riconosce nella forma espressiva del cartellone pubblicitario “un nuovo ruolo espressivo della contemporaneità, colorata, lacerata e in perenne divenire“.
In questa esposizione l’artista racconta “la sua mitologia personale” fatta di ossessione per le immagini, amore per la pittura, il cinema, la musica, la letteratura, la streetart, la stickersart e tanto altro.

Sono rappresentati nelle sue opere lo sport, la cultura “alta e bassa” (come ama classificarla), i personaggi di ogni tipo, le icone, le leggende, ma anche personaggi minori.

Un ripostiglio di idee in gran parte afferenti alla “cultura pop”, cercando di non lasciar fuori nulla. Nepo procede a fagocitare l’intero universo enlla sua arte: passato e presente, passioni, amici, ricordi.


Basta vedere il suo studio, fucina delle sue opere, e si comprende da quante risorse attinge per poi proporre la sua arte in un’eruzione piroclastica.

Ad alimentare la sua foga narrativa ci sono la pubblicità, il marketing, l’architettura, il design, le controculture degli anni sessanta e settanta, i fumetti, le fanzine degli anni ottanta e le locandine del cinema.

Affrettatevi quindi a recarvi alla sua mostra perché per la prima volta Nepo esce dal suo canale istagram e si presenta al pubblico con le sue opere.

In questa foto è intervistato da Michele Clima il 9 giugno scorso.