Da circa un mese che la rete ci restituisce il bellissimo video di “Rosso Marte” a cura di Luca Musella, il nuovo estratto dall’esordio dal titolo “Mo'”. Parliamo dei Megaride, formazione napoletana di stoner, powerchord e distorsioni scure che tuttavia sanno come virare dentro forme pop dai contorni quasi radiofonici per certi versi. Un disco che troviamo anche in vinile e che di certo è focalizzato sul qui ed ora, come suggerisce il titolo… ma è anche manifesto di una certa dissidenza sociale che viviamo ogni giorno.

Esordio discografico che porta con se tanti imperativi. Dal singolo al sottotesto del titolo di tutta l’opera. Ma anche nel suono o sbaglio?
Abbiamo sempre cercato di essere diretti e decisi in quello che suoniamo ma mai scontati. Semplici ma efficaci insomma.

Non ci state a trovare accomodamenti in tal senso. Che sia un disco di rivalsa personale?
Ogni riferimento presente nel disco è sicuramente frutto di esperienze provate sulla nostra pelle.

Una produzione ampiamente matura e ragionata: proviene da quanta vita e quanta esperienza?
Il background musicale è leggermente diverso tra noi 4, fin da ragazzi abbiamo avuto diverse esperienze in altri progetti, ma la voglia di suonare e di fare tremare i palchi ci accomuna da sempre.

Il vinile come la VHS nel video di “Must Over”. Il passato per voi è una radice da riprendere?
Il passato, se utilizzato saggiamente può essere sicuramente un valore aggiunto per i giorni nostri. Un esempio lampante è proprio il vinile. L’attenzione e il tempo di preparazione per ascoltare la musica da questo supporto fanno si che ci si dedichi completamente all’ascolto, senza distrazioni.

Col senno di poi: un disco come “Mo’” che cosa ha preso e cosa ha dato alla scena italiana di oggi?
Ha preso sicuramente la caparbietà del panorama indipendente italiano, di andare avanti in quello che si crede nonostante le mille difficoltà. Ha dato sicuramente un qualcosa di nuovo, di innovativo ma allo stesso tempo familiare.