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Dopo i tanti concerti tenutesi in Europa con la sua Piccola Orchestra Popolare, l’album RESET! Vuole essere un nuovo punto di arrivo nella carriera artistica di Luca Bassanese.

Luca Bassanese
Luca Bassanese

Un album di inediti e brani che caratterizzano da sempre l’impronta artistica dell’autore, presente da alcuni anni nei maggiori palchi europei della World music come Sziget in Ungheria, Paléo Festival in Svizzera, Bardentreffen in Germania, Nuits Metis in Francia e molti altri. Il suo percorso caratterizzato da un suono fortemente sud Europeo si riconosce anche in questa nuova opera.

Abbiamo voluto saperne qualcosa in più ed ecco cosa il cantautore vicentino ci ha raccontato!

Perché un album tra palco e hotel?

Subito dopo la pandemia ci siamo ritrovati catapultati nuovamente in mezzo alle persone, un concerto dopo l’altro. Il desiderio di ritornare a cantare era talmente grande e allo stesso tempo sentivamo l’urgenza di scrivere e di realizzare nuove canzoni per l’album RESET!. Allora ogni posto diviene casa, diviene rifugio, dove scrivere, dove depositare tutto ciò che poi sarà condiviso. Non credo esista un luogo migliore per poter scrivere ma penso che il luogo più sicuro sia quello della propria anima quando ti senti in sintonia con l’universo che ti circonda.

Come è nata la collaborazione con il tenore Amadi Lagha?

Stefano Florio stava producendo il nuovo album di Amadi Lagha e nel frattempo era nata la canzone Reset! che da titolo all’album. Una canzone che al suo interno da spazio alla lirica e la voce del tenore Amadi Lagha si sposa alla perfezione. A volte le cose accadono e si combinano come per magia, e così è stato, tra noi poi è nata subito stima e amicizia reciproca. Il resto l’ha fatto la musica

Sul palco imbracci sempre la tua fisarmonica, uno strumento anomalo per un cantautore sopratutto nel 2023?

Può sembrare in controtendenza ma ho scoperto che lo strumento fisarmonica mi appartiene molto più di una chitarra o un pianoforte e così è divenuto il mio strumento principale nei concerti ed ora anche nelle mie canzoni. È uno strumento che porta con se tutta l’energia del popolare e della storia della musica Italiana, non a caso qui in Italia esistono i più grandi costruttori al mondo di fisarmoniche. Per me ora è quasi una missione salvare piccole fisarmoniche anni ‘20, ‘30, ‘40, un modo per guardare al futuro senza dimenticare le nostre origini, le nostre radici.

Suoni spesso in festival in giro per l’Europa, in palcoscenici anche molto importanti, come mai secondo te trovi più spazio all’etero che in Italia?

Ho iniziato ad esibirmi in Francia e poi si sono susseguiti concerti in tutta Europa, il mio modo di fare musica è prettamente sud Europeo e oltralpe amano molto queste mie sonorità, le riconoscono come appartenenti alla nostra terra. Poi c’è tutto il mondo ambientalista al quale sono molto affezionato che riconosce nei miei testi e nel mio fare musica la narrazione di un nuovo mondo possibile. In Italia sta nascendo ora un rete nazionale di festival world e mi auguro possa crescere come in Germania, Francia, Belgio, Austria, dove i Festival sono un luogo prima di tutto per fare comunità, unire generazioni diverse, per scoprire nuove sonorità e respirare la libertà di fare musica e parola da ogni parte del mondo al di fuori dagli schemi prestabiliti e spesso omologati della musica mainstream

Quali sono i tuoi prossimi appuntamenti?

Il live tour prosegue in Germania per poi ritornare in Italia, sul mio sito trovate tutte le date aggiornate, il 5 agosto saremo anche in Bretagna. Amo viaggiare grazie alla musica assieme alla mia inseparabile Piccola Orchestra Popolare, ed è sempre un’avventura!

Ascolta il nuovo album RESET! qui

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