Spread the love

La “Boiler Summer Cup” ovvero l’imbecillità sui social.

di Natalia Pariesella

Il Cyberbullismo

Ecco come i social, strumenti che possono avvicinare, far compagnia, fungere da catalizzatori di idee, notizie e conoscenze, mostrano purtroppo l’altro lato della medaglia anche con la “Boiler Summer Cup”. Aggiungendo ulteriori ignobili tasselli all’odioso fenomeno del “cyberbullismo”: qualsiasi forma di pressione, molestia, ricatto, diffamazione, alterazione, acquisizione e diffusione illecita di dati personali in genere di minorenni, realizzata per via telematica.


Le cui finalità sono le stesse del bullismo tradizionale; nel cyberbullismo però il comportamento lesivo ha maggior risonanza e risulta spesso incontrollabile e inarrestabile, negando alla vittima qualsiasi rifugio o via di fuga.
Proprio per la continua evoluzione della rete e delle nuove tecnologie, le forme di manifestazione del cyberbullismo possono variare ed aumentare nel tempo. Si passa dai più comuni come l’harassment e denigration fino a forme più particolari ed articolate come il revenge porn o l’impersonation (furto di identità).

Uno schema dei numeri (fonte: dati UNICEF)

Il contesto di riferimento

In Italia secondo i più recenti dati ISTAT questi fenomeni, pur essendo diffusi e trasversali, registrano numeri più elevati di vittime nelle zone maggiormente disagiate e con percentuali di vittimizzazione superiori per le ragazze.
E proprio le ragazze sono le vittime di una delle più idiote e criminali “sfide” sui social, in particolar modo su “Tik Tok”.
La “challenge” consiste nel corteggiare per finta, in genere in discoteca, una ragazza in sovrappeso; qualcun altro filma le azioni e poi i video, con derisione, vengono postati, e si acquista punteggio.
Nuovo “sport” estivo da dementi: la “Summer Boiler Cup”, appunto, in cui il termine “boiler” -caldaia- sta ad indicare la vittima.

Gli effetti

Immaginabili il dolore e lo sconquasso psicologico, in questo mondo già così competitivo, cosi massificato su rigidi canoni fisici, così poco aperto alle “differenze”. E superficiale e basato sull’apparire, piuttosto che sull’essere. Ed immaginabili anche le ripercussioni su una persona in età adolescenziale, già per definizione caratterizzata da fragilità e da complessi: difficoltà relazionali, sentirsi depressi, soli, ansiosi, vedere compromesse le capacità scolastiche di concentrazione ed apprendimento, avere scarsa autostima o sperimentare pensieri suicidi.


E nel lungo periodo le conseguenze, sia sulle vittime che sui perpetratori, possono essere per esempio il rischio dell’aggravarsi di comportamenti antisociali che possono sfociare in fattispecie criminali.

Gli orizzonti

Da qualche anno nelle scuole diverse iniziative nazionali dal forte impatto hanno l’impegno di sensibilizzare gli studenti e di combattere il cyberbullismo. Vengono portate testimonianze giunte a buon fine…ed altre no. Viene combattuta l’idea che compiere alcuni gesti faccia sentire “fighi”, riempia vuoti.

Ma è necessario l’impegno di tutti: famiglie, insegnanti, formatori sportivi, compagni, ecc., nel promuovere un valore che sembra essere parecchio lontano da una buona parte del mondo giovanile: il rispetto per la persona.

Sensibilizziamo alla “non imbecillità”.

Leggi altri articoli qui