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di Riccardo Bramante

E’ iniziata il 5 settembre la settimana di celebrazioni mondiali per ricordare i 75 anni dalla nascita del camaleontico genio della musica Freddie Mercury. Nato da una famiglia di origine Parsi nel 1946 nella lontana isola di Zanzibar Farrokh Bulsara (questo il suo vero nome) già da giovane aveva le idee ben chiare sul suo futuro quando diceva: “Non diventerò una rock star, diventerò una leggenda”.

La sua profezia inizia ad avverarsi quando si trasferisce nella swinging Londra della fine anni ’60 e fonda il complesso dei Queen insieme ai due giovani musicisti Brian May e Roger Taylor a cui si unisce successivamente il bassista John Deacon.

Egocentrico, istrionico, sempre con costumi di scena sgargianti, colleziona successi a iniziare dai suoi primi album del 1973 “Queen” e “Queen 2” grazie alla duttilità della sua voce e al suo carisma di vero “animale da palcoscenico”.

L’album “A Night at the Opera” e il singolo “Bohemian Rapsody” consacra definitivamente il successo del gruppo; seguono poi altri grandi successi come “Somebody to love”, “We are the Champions”, inno ufficiale delle XXV Olimpiadi   di Barcellona, e le colonne sonore dei film “Flash Gordon” e della versione restaurata di “Metropolis” di Fritz Lang in collaborazione con il musicista italiano Giorgio Moroder, fino alla spettacolare esibizione organizzata per beneficenza nello stadio londinese di Wembley che consegnò alla storia i Queen e fecero di Freddie Mercury una leggenda.

Nella sua pur relativamente breve carriera Freddie ha venduto oltre 300 milioni di dischi fino all’ultima volta che il gruppo si è esibito in pubblico al Knebworth Park di Londra il 9 agosto 1986; ma ormai la sua salute andava sempre più peggiorando minata dalla sindrome dell’AIDS tanto che alcune delle sue canzoni dovette registrarle , con grande fatica, a letto o stando seduto. La morte lo colse nel 1991 e, rispettando la sua volontà, le ceneri furono disperse in un luogo segreto da Mary Austin, la donna da lui amata fino a quando ebbe consapevolezza della sua bisessualità.

Ma che il mondo non lo abbia dimenticato ce lo conferma l’enorme successo che ha avuto il film presentato nel 2018 “Bohemian Rapsody”, in cui la sua vita viene ripercorsa attraverso l’interpretazione del fino ad allora quasi sconosciuto attore statunitense Rami Said Malek: l’opera si aggiudica, infatti, ben quattro Oscar e diventa uno dei più grandi successi cinematografici di quella stagione.