La Cyber security diventa oggi un problema sempre più pressante.
di Riccardo Bramante
Vediamo purtroppo in questi giorni che la guerra in Ucraina è combattuta su due fronti. Quello tradizionale con le bombe e quello con attacchi cyber, dei cibernetici, non meno deleteri se non altro perché invisibili.
Si tratta di operazioni di hackeraggio tendenti a mettere fuori uso o danneggiare seriamente le funzioni centrali dei singoli apparati statali. Questa “guerra cybernetica” rappresenta un salto di qualità reso possibile dalla enorme diffusione di internet che ormai “globalizza” tutto il pianeta.
Con l’applicazione alle tattiche di guerra questi attacchi cyber non sono più diretti a singole persone o organizzazioni per poi avanzare il classico ricatto del pagamento di una somma di danaro, ma si prefiggono lo scopo di una pura funzione distruttiva delle infrastrutture essenziali di un Paese.
Già prima della guerra in Ucraina si erano registrati attacchi che tendevano a colpire banche e centri di comunicazione. Ora assistiamo ad un ampliamento del loro raggio di azione che si estende anche ai sistemi di informazione con l’obbiettivo di diffondere messaggi “fake”.
Centrale la difesa dagli attacchi cibernetici
Su questo fronte il gruppo più attivo sembra essere quello di Anonymous. Un collettivo di hacker senza un vero coordinamento ma proprio per questo più imprevedibile e, di conseguenza, meno immediatamente neutralizzabile. A livello mondiale è, perciò, sorto il problema di come difendersi da questi attacchi, rendendo la cybersicurezza un aspetto primario di qualsiasi forma di difesa.
Al riguardo la Commissione Europea ha elaborato un piano da 6 miliardi di euro per creare infrastrutture a prova di hacker consistente in una vera e propria costellazione di satelliti in grado di schermare e proteggere le comunicazioni telefoniche e gli accessi al web.
Non da meno è stato Google, il principale motore di ricerca internet, che ha pagato oltre 6 miliardi di dollari per acquisire Mondiant, azienda americana specializzata in soluzioni di difese cybernetiche dinamiche, in modo da offrire ai propri utilizzatori una maggiore protezione dei dati sensibili.
Da parte italiana, il problema è stato affrontato istituendo, nel giugno 2021, l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale che, operando in collaborazione con i Servizi e la Polizia postale, ha l’obbiettivo di “ promuovere la realizzazione di azioni comuni volte a garantire la sicurezza e la resilienza cibernetica necessarie allo sviluppo digitale del Paese”.
In tale contesto, l’Agenzia, proprio nel mese di marzo 2022 ha messo in guardia circa l’uso di tecnologie informatiche russe. Si riferisce anche se non citato esplicitamente, a Kaspersky, l’antivirus più efficiente e diffuso attualmente.
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