La mostra fotografica tratta dalle collezioni Alinari e Mufoco visitabile fino al 3 settembre 2023

Fotografie, paesaggi e visioni dal 1842 al 2022 accompagnano il visitatore dagli albori della fotografia paesaggistica al contemporaneo.


Un’iniziativa che ha l’obiettivo di mettere a disposizione del pubblico un’ampia carrellata di immagini, provenienti dagli archivi e dalle collezioni della Fondazione Alinari per la Fotografia e del Museo di Fotografia Contemporanea (Mufoco). Si tratta di un patrimonio fotografico che pone il paesaggio come elemento identitario della nostra cultura, modello per l’intera cultura occidentale.

L’interesse culturale per i paesaggi è richiamato anche dall’UNESCO che nel 1992 ha aggiunto ai siti inseriti nella Lista del Patrimonio Mondiale, che comprendeva siti afferenti al patrimonio culturale e al patrimonio naturalistico, anche quelli relativi al paesaggio culturale e cioè: paesaggi che rappresentano “creazioni congiunte dell’uomo e della natura” e che “illustrano l’evoluzione di una società e del suo insediamento nel tempo sotto l’influenza di costrizioni e/o opportunità presentate, all’interno e all’esterno, dall’ambiente naturale e da spinte culturali, economiche e sociali”.

La fotografia delle preziose collezioni Alinari e Mufoco è qui utilizzata come espressione artistica in grado di evidenziare i cambiamenti della società italiana, almeno dalla nascita della fotografia, la cosiddetta “invenzione meravigliosa”, fino ad oggi (1842-2022).

L’indagine sul mutamento del paesaggio italiano ci permette oggi di studiare e analizzare trasformazioni e cambiamenti all’interno del nostro Paese: “Il paesaggio diventa, quindi, metafora del cambiamento sociale, artistico e culturale”.

Infatti gli scatti si arricchiscono anche delle dimensioni immateriali (psicologiche, poetiche, politiche), che offrono una molteplicità di “riletture e reinvenzioni”.

Molto istruttiva la riflessione di Andrea Zanzotto per cui “Non c’è mai un paesaggio che non contenga in sé una quantità di altri paesaggi. L’insieme di ciò che noi abbiamo percepito come tale è soltanto un riflesso di qualcosa che è in noi. Siamo noi che creiamo il paesaggio”.

Un’opportunità questa per riscoprirci e conoscere meglio la nostra identità e le nostre origini.

Un’occasione, perché no, anche per riflettere e diventare persone migliori.