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A Foligno, all’Auditorium S.Domenico, è andato in scena lo spettacolo “EDITH PIAF l’usignolo non canta più”, sulla celebre regina della “chanson” francese. Lo spettacolo descrive il momento della vita della Piaf in cui l’impresario dell’Olimpia Bruno Coquatrix ( Martino Duane) la va a trovare nella sua casa per proporle di tornare sul palco del prestigioso teatro di Parigi.

Lei (Melania Giglio) è ormai al tramonto della carriera. Una donna rassegnata a non potere mai più tornare a cantare, ingobbita e deformata dall’artrite, che le impedisce perfino di indossare scarpe, sulla via della calvizie e con il fegato gravemente compromesso dai farmaci e l’alcool.

Inizia così un avvincente ed emozionante dialogo tra loro in cui lei esprime la sua triste, irrecuperabile condizione in cui ormai si trova, ripercorrendo episodi di vita passata. Lui, per contro, la scuote, la spinge, la esorta, cerca di convincerla in ogni modo a tornare al successo. Vi riuscirà solo alla fine quando, ormai disperato, le confessa che, qualora lei non avesse accettato, sarebbe caduto in disgrazia perché pieno di debiti.

Sentendo finalmente vacillare la caparbia resistenza di lei, prende dalla tasca un foglio e le legge il testo di una canzone che, secondo lui, avrebbe dovuto interpretare in quella memorabile serata di rilancio: “Non, je ne regrette rien“. Accade il miracolo: Edith, completamente conquistata da quelle parole (“Ma questa sono io, questa è la mia vita!”) accetta.

Il finale dello spettacolo è una grandiosa scena, da brivido, con Melania Giglio, vestita dell’immancabile abito nero, che canta la canzone testamento dell’immensa Piaf, “Non, je ne regrette rien“, appunto. Il pubblico è completamente soggiogato e al termine, e solo al termine, si scioglie in un fervido e prolungato scroscio di applausi!

Spettacolo di grande emozione

Uno spettacolo di grande emozione in cui una toccante e fortemente realistica Melania Giglio interpreta una Piaf devastata, ma ancora piena di energia e non doma, nonostante le  parole che rivolge all’amico. Martino Duane risulta essere un intenso e vibrante co-protagonista che supporta con grande maestria l’articolato testo della stessa Melania Giglio, anche autrice dello spettacolo.

Lei, carismatica come sempre, è stata ancora una volta capace di tirarti con forza dentro la scena dove lei è, trasformandosi con incredibile duttilità, a seconda del personaggio che deve interpretare. Ad esaltare l’opera, la sua voce potente, timbricamente ricchissima ed estremamente espressiva, anche come cantante. Brani come “ La vie en rose”, “Milord”, “ L’accordeoniste” “Bravo pour le clown” sono stati da lei, infatti, magistralmente interpretati.

In ultimo, ma non ultimo, l’autore della sapiente regia dello spettacolo Daniele Salvo, attore e regista di grande preparazione, originalità, spessore, personalità.  Egli, seppur giovane, possiede al suo attivo, oltre ad una ricchissima carriera come attore e aiuto regista, la direzione di numerose opere di Shakespeare (presso il Globe theatre di Roma), del teatro classico greco, di Dostoevskij.

Non resta, a questo punto, che ringraziare sentitamente tutti coloro che hanno realizzato quest’opera, dandoci così l’occasione di poterne godere.

Si, perché queste sono quelle serate che ti caricano di gioia e ti riconciliano col mondo…

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Di Rima