Dopo aver raccolto il plauso di pubblico e critica, il compositore e pianista Fabrizio Ottaviucci torna al Romaeuropa Festival domenica 16 ottobre, al Mattatoio, per proseguire il suo percorso intorno alla Treatise di Cornelius Cardew.

Con la loro complessità, le 193 pagine di Treatise realizzate da Cornelius Cardew tra il 1963 e il 1968, rappresentano oggi uno egli esempi più riusciti di partiture grafiche. Fabrizio Ottaviucci ha diviso le pagine della mastodontica composizione in sei parti e dopo aver presentato le prime quattro durante le scorse edizione del REf, torna a cimentarsi nella quinta sezione.

“La partitura grafica Treatise realizzata da Cornelius Cardew  tra il 1963 e il 1968 è concepita su 193 pagine ricche di simboli e segni grafici di vario tipo. Questi diventano lo strumento creativo e compositivo dell’interprete che, nella volontà del compositore inglese, arriva attraverso gli stimoli intellettuali, visivi, emotivi dei segni tracciati, a concepire idee e forme musicali nuove, scaturite dalla parte creativa più nascosta dell’interprete stesso.

Va da sé che la realizzazione dell’opera Treatise, come avviene in tutta la musica aleatoria, veda l’interprete nella veste di compositore che si assume ogni responsabilità sull’efficacia e senso dell’opera – spiega OttaviucciL’importanza che ha avuto ed ha ancora la pratica compositiva della musica aleatoria sta nel fatto che ha indagato e dato vita ad  una dimensione intermedia tra quella compositiva definita in scrittura e quella estemporanea espressa in totale improvvisazione. Una dimensione che dà ad entrambi le polarità la possibilità di arricchirsi, scambiarsi qualità e tecniche, prendere a prestito vitalità e rigore, a seconda dei casi. E tutto questo mi sembra di poter dire è una necessità di questo momento, in cui siamo all’inizio di un secolo che sente il bisogno di portare avanti il pensiero dell’”opera aperta” e di far confluire in una casa comune le esperienze del mondo della contemporanea con quelle degli improvvisatori radicali, a volte legati al jazz, ma sempre più spesso liberi ora da ogni vincolo linguistico.

Il Treatise di Cardew supera per bellezza estetica ogni altra partitura grafica; così anche anche per la concezione filosofica, per i rimandi concettuali e per le qualità prettamente artistiche del segno grafico. Le istruzioni che accompagnano la partitura, non allegate in modo vincolante ad essa, ci portano soprattutto a riflettere sulle prime interpretazioni realizzate e respingono ogni possibilità di definire una modalità unica di interpretazione”.

Al fianco di questa esecuzione il musicista eseguirà l’angelica Palais de Mari di Morton Feldman, ultima composizione per solo pianoforte, datata 1986, del compositore americano.

Bio

Fabrizio Ottaviucci è conosciuto soprattutto per la sua attività di interprete nella musica contemporanea, per le sue prestigiose e durature collaborazioni con maestri del calibro di Markus Stockhausen e Stefano Scodanibbio, per le sue interpretazioni di Scelsi, Stockhausen, Cage, Riley, Curran. Diplomato in Pianoforte presso il Conservatorio di Pesaro, sotto la guida di Paola Mariotti, ha studiato Composizione e Musica Elettronica. Ha tenuto centinaia di concerti nelle maggiori città italiane e tedesche, tournée in Spagna, Austria, Inghilterra, Messico, Stati Uniti, Canada, Iran, India, Corea del sud. Ha collaborato con prestigiosi partner quali Rohan De Saram, Stefano Scodanibbio, Mike Svoboda, Markus Stockhausen, Daniele Roccato, Gianni Trovalusci, Antonio Caggiano. Ha studiato l’opera pianistica di Giacinto Scelsi con l’autore; ha eseguito prime assolute di Ivan Vandor, Fabrizio De Rossi Re, Gilberto Cappelli, Fernando Mencherini, Tonino Tesei e l’intera opera pianistica di Stefano Scodanibbio. Ha collaborato con Terry Riley partecipando ad esecuzioni dirette dal compositore e realizzando una versione inedita, pubblicata da Stradivarius, dei due Keyboard Studies e di Tread on the Trail (prima versione per pianoforte dell’opera). Ha collaborato intensamente dal 2011 al 2014 con la Societas Raffaello Sanzio. Nel campo dell’improvvisazione collabora dal 2017 con l’artista poeta Jim Dine. Attualmente è impegnato in un percorso intorno alla monumentale opera grafica Treatise di Cornelius Cardew. Diversi concerti di Fabrizio Ottaviucci sono stati registrati e trasmessi da Rai Radio 3. Ha registrato per la Stradivarius e per la Wergo.

Programma
Morton Feldman       Palais de Mari
Cornelius Cardew     Treatise (parte 5) pag 111-141

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