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Se il nostro orecchio fosse in grado di percepire tutta la gamma dei suoni presenti in natura, sentiremmo la musica dei fiori, delle piante, delle montagne, dei prati, del cielo, delle stelle, del nostro corpo, ecc ecc…

Per selezione di specie possiamo però udire solo una ridotta banda di frequenze sonore, anche se sappiamo che tutto ciò che nell’universo esiste, è essenzialmente SUONO. Il suono ha dato origine alla vita su questo Pianeta (compreso l’uomo) ed in esso la mantiene. Il suono muove l’universo intero.

La scienza ha infatti ormai da tempo confermato, che tutte le particelle del cosmo posseggono proprie strutture musicali date da frequenze, ritmi, vibrazioni, tonalità specifiche. Lo straordinario in tutto ciò, è che l’universo ha selezionato e seleziona solo quelle frequenze in grado di produrre armonici (i cosiddetti “ipertoni”) che, entrando in con-vibrazione, generano veri e propri “concerti”.

Vi ricordate “l’armonia delle sfere”? Risale ai tempi dei Classici la conoscenza dell’armonia dei Pianeti. Sicuramente questo argomento oggi ci stupisce un po’, anche perché l’uomo ha purtroppo perduto la sensibilità dell’orecchio. Dalla fine dell’ottocento in poi, il rumore delle macchine sempre più presenti nella vita, ha letteralmente ucciso le cellule più sofisticate e nobili presenti nel nostro meraviglioso organo dell’udito, causando progressiva sordità. L’opera, poi, è stata ultimata dall’abitudine di diffondere musiche e suoni a volumi sempre più alti, TROPPO alti.  Il nostro orecchio non è tarato per tali, continue “violenze” e non può difendersi! L’occhio, ad esempio, si può chiudere abbassando la palpebra. L’orecchio no.

Via via le cellule ciliate della coclea (quelle che comunicano direttamente col cervello, trasformando il suono in impulso nervoso) sono state progressivamente eliminate. E sappiamo – ahimè – che esse, al pari dei neuroni, non possono rigenerarsi.  Sfido chiunque, oggi, a saper percepire i suoni dei Pianeti!!!

Da quanto conosciamo, la teoria dell’Armonia delle Sfere fu introdotta per la prima volta dal “divino” Pitagora (580/70 – 495 a.C.). Egli infatti, secondo le fonti, “fu il primo ad ascoltare il suono prodotto dai pianeti i quali, muovendosi in orbite perfette – come ritenevano i pensatori dell’epoca –, producevano ognuno un tono musicale e, tutti insieme, un grande accordo cosmico, sintomo e testimone della perfezione divina che decise di creare il mondo in modo bello e ordinato (kosmos, secondo il suo significato originario, avrebbe avuto l’esatto significato di “ordine”, inteso come convivenza e coesione di elementi diversi tra loro”. [cit. Marco Nicolella]

Il suono, dunque, è un tipo di energia che entra in ogni forma di vita. La genera, la conserva e, aspetto prodigioso, la rigenera in caso di malattia.

La musicoterapia questo fa. Attraverso opportuni suoni e armonie possiamo riaccordare (nel vero senso della parola) e riequilibrare i nostri centri energetici, i chakra.

Una delle possibili modalità per ottenere la riattivazione dei chakra attraverso i suoni, è quello di porre in vibrazione le nostre corde vocali mediante l’intonazione dei mantra collegati ai singoli chakra. I mantra sono delle sillabe usate nella meditazione, che hanno benefici a livello vibrazionale in quanto permettono l’unione tra colui che pratica e l’energia del cosmo. Attraverso la produzione degli armonici, sappiamo che qualsiasi nota emessa contiene tutte le altre. Ciò significa che nel riattivare un chakra, coinvolgiamo di riflesso anche tutti gli altri. I mantra utilizzati sono:

LAM (per il primo chakra) poi, di seguito, VAM (secondo chakra), RAM (terzo), YAM (quarto), HAM (quinto), KSHAM (sesto), OM (settimo). Non ci sono regole specifiche riguardo alla tonalità con cui intonare questi mantra. La cosa migliore è decidere noi, in quel momento, quale può essere il suono che ci dà più piacere.

Usando certe frequenze trasformiamo le vibrazioni della mente, del corpo e dell’anima. E quando la musica svanisce, entra in campo l’importanza dell’ascolto del silenzio. Come la luce bianca contiene tutti i colori dello spettro, così il silenzio racchiude in sé tutti i suoni dell’universo. Ascoltare il silenzio equivale a farsi “massaggiare” dalla dolcezza della Vita, dalla sua meravigliosa e perfetta armonia.

E’ importante in questo momento storico ricercare le strade della rigenerazione naturale, riscoprendo con umiltà le regole fondanti del mondo della Vita. Mi piace ricordarlo ancora una volta, anche a me stessa.

Di Rima