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Il Burlesque è stato un genere teatrale parodistico di origine anglosassone nato nel diciottesimo secolo. Caratterizzato da critico umorismo sgorgato come bonaria reazione alle trascorse censure puritane, e volto a ridicolizzare tutti i generi teatrali allora in voga.

In scena simpatiche caricature delle ampollose tragedie e delle pantomime del passato. Il genere ebbe immensa fortuna nel Settecento fino a decadere nell’Ottocento, ormai contaminato da altri generi.

Le origini più lontane del Burlesque, risalgono nientemeno che al XIV secolo a opera di Geoffrey Chaucer. E’ lui l’autore del celebre “The Canterbury Tales” (I racconti di Canterbury). Ispirato al Decamerone di Boccaccio e ritenuto il suo capolavoro, seppur a noi giunto incompleto. In quest’opera l’autore delinea un efficacissimo e grottesco ritratto della società borghese di allora. Grazie a essa si è guadagnato anche la fama di primo scrittore ad avere dato dignità letteraria alla lingua volgare inglese.

Intorno alla metà del 1700, questo genere approda anche negli Stati Uniti, assumendo significato e evoluzione completamente diversi. Qui, a partire dalla seconda metà dell’800, col termine Burlesque si indicò uno spettacolo di varietà per soli spettatori maschi. Si trattava di sketches comici, ispirati ai tempi di allora, ricchi di battute audaci e situazioni ambigue. Arricchivano il tutto numeri d’arte varia e esibizioni di donnine in costumi sempre più succinti. Dal 1922 si registrò un’ulteriore accentuazione del carattere licenzioso, fino all’introduzione del nudo femminile attraverso lo strip-tease. A causa dell’eccessivo spirito trasgressivo, questi spettacoli furono aspramente criticati e persero consenso, portando il genere alla crisi. Diversi teatri di Burlesque chiusero e molte artiste finirono nei nightclub.

Il Burlesque riprenderà piede grazie all’avvento delle pin-up negli anni 50 e ancor più negli anni 60, grazie al considerevole avanzamento dell’emancipazione sessuale. Vennero creati i “go-go club” in cui si esibivano gruppi di artiste sul modello delle Folies Bergere parigine.

Il “New Burlesque” dagli anni 90

Negli anni ’90 nasce il “New Burlesque” grazie al quale abbiamo avuto un’ulteriore e consistente ripresa di questo genere. Sono sorte, moltiplicandosi, Burlesque-schools aperte a tutte, si sono formate vere e proprie star. Sono stati istituiti numerosi “festival” (con competizioni tra performers) e talent show un po’ in tutto il mondo. Tutto ciò  contribuito ad aumentare il seguito e il gradimento per questa forma di teatro. Nel 2010 il Burlesque approda anche al cinema con l’omonimo musical contemporaneo interpretato da Cher, affiancata da Christina Aguillera al suo primo ruolo da protagonista. Da segnalare anche Tournée, docu-fiml di produzione francese, diretto da Mathieu Amalric, che nello 2010 ha ricevuto il premio per la miglior regia a Cannes. Le interpreti erano celebri performer di burlesque.

Una professione seria che richiede adeguato studio.

Tuttavia, pur se oggi assistiamo a questo imponente “revival” del Burlesque, devo osservare che, in generale, ne è stato distorto lo spirito. Noto come, anche in questo mondo, vi sia la pretesa di improvvisarsi, nota dolens dell’attuale società. Le ragazze che intraprendono questa strada si gestiscono spessissimo da sole. Non considerano invece che si tratta di una vera e propria professione che richiede adeguato e serio studio. Nei miei spettacoli sulla Belle Epoque, ho spesso voluto il numero o i numeri di Burlesque ma, credetemi, non è stato facile reclutare la persona o le persone idonee a ciò che volevo fosse comunicato in scena!

Nelle serate dedicate al Burlesque, ho assistito frequentemente a esibizionismi fine a se stessi, spesso privi di buon gusto, di senso artistico. Troppe volte, infatti, mi sono trovata davanti a numeri decisamente squallidi o quanto meno bruttini. Capisco lo spirito del “prendersi in giro” e acquisire sicurezza in se stesse, giustissimo, ma vogliamo salvare un minimo di estetica? Per contro e per fortuna, esistono anche molte performers che, con eleganza e preparazione tecnica, danno vita a momenti scenici di alta professionalità e di buon livello artistico destando sincero apprezzamento anche e soprattutto da parte del mondo femminile.

Come al solito in tutte le cose è necessario possedere qualità fisiche e umane all’altezza di quanto si propone. Soprattutto poi per una vera e propria forma d’arte quale è quella di sapersi spogliare con classe davanti a un pubblico.

Di Rima