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Un successo il Segesta Teatro Festival, le “Supplici” di Euripide, il “Cantico dei Cantici” di e con Roberto Latini, e musica con Francesco Benozzo e l’Adelphi Quartet

Un calendario ricco di appuntamenti il Segesta Teatro Festival, con la direzione artistica di Claudio Collovà, che coinvolgerà fino al 4 settembre uno dei parchi archeologici più affascinanti della Sicilia, il Parco Archeologico di Segesta, diretto da Luigi Biondo, tra il Teatro Antico e il Tempio di Afrodite Urania e i comuni limitrofi (Calatafimi Segesta, Contessa Entellina, CustonaciPoggioreale e Salemi) con il Festival Diffuso. 

Dal 5 al 7 agosto il festival ha ospitato quattro appuntamenti di musica e teatro, tutti al Parco Archeologico, tra il Teatro Antico e il Tempio di Afrodite Urania. 

È nel segno della tragedia classica riletta in chiave contemporanea che si inserisce il 5 agosto, con replica il 6 (19.30), Supplici di Euripide, regia di Serena Sinigaglia con Francesca CiocchettiMatilde FacherisMaria Pilar Pérez AspaArianna ScommegnaGiorgia SenesiSandra ZoccolanDebora Zuin. 

Questa tragedia, attraverso lo scontro fra la democrazia ateniese e la tirannide tebana, sembra parlarci dell’attuale scontro fra i modelli di democrazia liberale e i regimi autoritari.

Rappresentata per la prima volta tra il 423 e il 421 a.C., un gruppo di donne di Argo, madri dei guerrieri argivi morti nel fallito assalto a Tebe (quello raccontato da Eschilo nei Sette contro Tebe), si riunisce presso l’altare di Demetra ad Eleusi per supplicare gli ateniesi di aiutarle a dare degna sepoltura ai figli, poiché i tebani negano la restituzione dei cadaveri. Il re ateniese Teseo, grazie all’intercessione della madre Etra, decide di aiutarle. Quando un araldo tebano giunge per intimare a Teseo di non intromettersi negli affari di Tebe, invano Teseo tenta di indurre l’araldo all’osservanza della propria legge che impone di onorare i morti, ingaggiando con lui un dialogo nel quale il re difende i valori di democrazia, libertà, uguaglianza di Atene, contrapposti alla tirannide di Tebe. L’accordo non viene trovato e la guerra tra le due città è inevitabile, e viene vinta da Atene, con la conseguente restituzione dei cadaveri. Il re di Argo Adrasto, che accompagna le madri, si incarica di celebrare i caduti con un discorso. Il corteo con i corpi dei capi argivi caduti entra così in scena; Adrasto recita l’elogio di ciascuno di essi, quindi si procede al rito funebre. Per volontà di Teseo il rogo di Capaneo è allestito separatamente dagli altri, al fine di onorare diversamente l’eroe colpito dal fulgore di Zeus; Evadne, moglie di Capaneo, non regge alla commozione e, per riunirsi al marito, si getta sul rogo in fiamme. Mentre i figli dei caduti sfilano con le ceneri dei propri cari, finalmente sepolti, ex machina compare Atena, che fa impegnare con un giuramento solenne Teseo e Adrasto a un’eterna alleanza fra Atene e Argo. 

In questo adattamento, tradotto ad hoc da Maddalena Giovannelli e Nicola Fogazzi, è prevista una riduzione a 7 attrici che interpreteranno le madri, il coro e i vari personaggi. 

Sempre il 6 agosto al Tempio di Afrodite Urania (ore 22.00) il primo dei progetti realizzati in collaborazione con il Festival Ierofanie che ha appena concluso la prima parte di programmazione al Parco Archeologico Naxos Taormina, un dialogo fra due festival che ruota intorno al concetto del Sacro. 

Nel buio della sera, immersi in un luogo senza tempo, si potrà assistere al concerto per voce, arpa celtica e arpa bardica del poeta e musicista Francesco Benozzo, che incrocia sciamanesimo, mitologia e tradizioni musicali euro-mediterranee e atlantiche per esplorare le connessioni archetipiche fra paesaggi fisici e manifestazioni del sacro, trovando nel contesto del Parco archeologico di Segesta la propria cornice ideale. 

Il 7 agosto (19.30) appuntamento con uno dei più importanti esponenti del teatro contemporaneo, l’attore e regista Roberto Latini, fondatore di Fortebraccio Teatro, più volte Premio Ubu, anche nel 2017 proprio con il Cantico dei Cantici, in scena al Teatro Antico; secondo progetto realizzato in collaborazione con Ierofanie Festival.

La rilettura di Latini di uno dei più misteriosi testi delle Sacre Scritture è un viaggio struggente e trascinante nei meandri dell’amore: tra turbamenti, desiderio e passione, eros ed estasi, illusione e disperazione, dolcezza e lacerazione, sublime e grottesco, abbandono, sogno, mancanza, rimpianto, pace mentale. 

“Se lo si legge senza riferimenti religiosi e interpretativi, smettendo possibili altre chiavi di lettura, rinunciando a parallelismi, quasi incoscientemente, se lo si dice senza pretesa di cercare altri significati, se si prova a non far caso a chi è che parla, ma solo a quel che dice, senza badare a quale sia la divisione dei capitoli, le parti, se si prova a stare nel suo movimento interno, nella sua sospensione, può apparirci all’improvviso, col suo profumo, come in una”dimensione onirica, non di sogno, ma di quel mondo, forse parallelo, forse precedente, dove i sogni e le parole ci scelgono e accompagnano” riporta lo stesso Latini. Le musiche e i suoni sono di Gianluca Misiti, luci e tecnica di Max Mugnai.

A seguire (dalle ore 22.00) sempre al Teatro Antico il primo dei tre appuntamenti dedicati alla musica da camera, a conferma della volontà del festival di interpretare la musica contemporanea come ulteriore elemento di espressione del sacro. 

L’ensamble internazionale Adelphi Quartet composto da Maxime Michaluk (violino), Ester Agustì Matabosch (violino), Marko Milenković (viola) Nepomuk Braun (violoncello) esplorerà il repertorio di musica per quartetto dell’Ottocento e del Novecento con alcune incursioni nella produzione contemporanea, in programma Schumann, Bushra El-Turk Ludwig van Beethoven.

Il Quartetto Adelphi si è esibito in diversi paesi quali Gran Bretagna, Francia, Belgio, Canada, USA, Austria, Germania e Svizzera; tra i tanti riconoscimenti internazionali nel 2022 hanno vinto il 2° premio e il Premio della Fondazione Esterházy al Concorso Internazionale per Quartetto d’Archi della Wigmore Hall.